Carbone: “Approccio sbagliato, è colpa mia”

Il tecnico non respinge le responsabilità e ammette: "Mi sento scarico perché non ha funzionato nulla". Corti è secco: "Fossi stato in tribuna, avrei fischiato anch'io"

E’ un veterano biancorosso, Daniele Corti, il primo a metterci la faccia negli spogliatoi dopo il crollo del Varese contro il Livorno. Voce bassa e faccia abbacchiata, il mediano è chiaro fin da subito: «Fossi stato in tribuna, avrei fischiato anche io. Ho poco da dire: il Livorno ha fatto poco a propria volta ma almeno ha tirato in porta, noi nemmeno quello. Non so cosa stia succedendo, lo sapessi sarei un genio; forse siamo un po’ fragili mentalmente perché il primo gol del Livorno ci ha spenti del tutto. Ora la situazione non è semplice ma dobbiamo uscirne con le nostre forze; certo, quando stai bene di testa poi giri anche di gambe. Noi invece sembriamo impauriti; se aggiungiamo che ci è rimasta una punta sola, che non dobbiamo colpevolizzare perché così anche Cellini può farci poco».
 
Prima delle altre voci biancorosse arriva quella, soddisfatta, di mister Walter Novellino: «Funzioniamo in trasferta? Sì, ma anche in casa secondo me: siamo squadra giovane, che può pagare qualcosa sotto l’aspetto dell’esperienza ma oggi abbiamo corretto l’assetto e vinto una partita importante. Ripeto: siamo giovani – ed è una nostra politica, anche perché abbiamo ragazzi di qualità – ma mi pare che stiamo acquisendo una mentalità da serie B e di questo sono felice. Per ragazzi come Rampi e Remedi ma anche per Bardi non è facile venire in uno stadio simile, però tutti hanno fatto bene».E, a richiesta, dice la sua sui padroni di casa: «Il Varese non deve pensare alla “fotografia” dell’anno scorso: non c’è più Ebagua, oggi non c’era Neto e via dicendo. Ci vuole pazienza ma non mancano ottimi elementi che possono fare bene: l’importante è che non ci si scoraggi».
 
Alessandro Camisa, capitano, non si sottrae al dopo partita. «Il gol senz’altro ci ha messo in ginocchio ma non dev’essere una giustificazione perché avrebbe dovuto darci una scossa per pareggiare. Invece non è arrivata e anzi abbiamo preso il secondo. Io credo che la prestazione di oggi debba essere dimenticata subito, per pensare immediatamente al prossimo impegno. I fischi del pubblico sono comprensibili, ora dobbiamo far tornare la gente dalla nostra parte. Il Livorno non ha fatto grandissime cose, anche se poi ha preso coraggio; ha giocato parecchie palle lunghe e via, però noi non siamo stati in grado di metterlo in difficoltà. Abbiamo giocato in modo troppo lento, dovremo lavorare su questo per fare tre punti contro l’Albinoleffe».
 
La conclusione è affidata al tecnico, Benito Carbone, piuttosto affranto nel volto e nelle parole: «Le assenze non devono essere un alibi: la formazione che ho messo in campo era secondo me la migliore del momento. Credo però ci sia stato un black out di tutti quanti perché la sconfitta di oggi è molto diversa da quella di Torino, quando comunque siamo stati vivi. Oggi è stato sbagliato completamente l’approccio e se questo avviene credo che sia colpa mia e me ne prendo la responsailità. Personalmente, in questo momento, mi scarico perché ho visto brutte giocate, senza idee e senza reazioni. Sono molto amareggiato, ma so anche che il campionato non è finito oggi: pensiamo a fare gruppo e a vincere la prossima partita che disputeremo in casa».

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Pubblicato il 10 Settembre 2011
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