Lega, le correnti e il congresso: “Zitti fino al voto”

I due candidati entrano in silenzio stampa, come l’Italia di Bearzot . Tra le anime del Carroccio è un momento di tensione

Quando si vive un momento di difficoltà, si chiudono le porte dello spogliatoio. Lo fece anche l’Italia di Bearzot. Il paragone è ardito perchè qui c’è di mezzo un congresso politico cittadino, per nulla tricolore, ma verde padano. Ma tant’è. La sostanza è quella: oggi le bocche sono cucite nella Lega. Si scaldano i motori della sezione varesina, che venerdì sera (Roberto Maroni sarà presente, salvo impegni ministeriali) elegge il nuovo segretario cittadino. Il clima è abbastanza caldo, non tanto per i due contendenti in campo, Gianluigi Lazzarini e Marco Pinti (i quali hanno già detto che continueranno a collaborare anche dopo), ma per il momento generale che sta attraversando il carroccio.

Nella Lega esiste uno scontro sottotraccia potenzialmente deflagrante tra le grandi correnti nazionali. Varese è un epicentro importante di questa contesa che vede prima di tutto una forte tensione tra i maroniani e i «cerchiomagisti», ovvero da un lato il gruppo che vede nell’attuale ministro dell’interno varesino Roberto Maroni il possibile successore di Umberto Bossi. E dall’altro il gruppo di leghisti più vicini alla famiglia del leader Umberto Bossi (la moglie Manuela e il figlio Renzo); ribattezzati dai rivali “Il cerchio magico”, ovvero Rosi Mauro, Federico Bricolo e il bustocco Marco Reguzzoni.


A Varese città i maroniani sono in netta maggioranza
, anche se divisi in due anime: quelli più tifosi di Roberto Maroni (Attilio Fontana, il commissario Emanuele Monti e Pinti) e quelli invece che vorrebbero difendere più l’autonomia della sezione varesina dalle beghe di partito (gli assessori Fabio Binelli e Carlo Piatti e Lazzarini). Nella galassia maroniana c’è una terza componente, Terra Insubre, associazione fondata da un avvocato, Andrea Mascetti.

Sono 106 i votanti e avranno un peso anche i reguzzoniani e i militanti che partecipano alla vita di sezione senza porsi problemi di appartenenze.
Ma non sempre è tutto così schematico, non tutti hanno una casacca: ad esempio ieri si vociferava persino dell’arrivo di un terzo candidato, in grado di sparigliare i giochi, salvo poi mollare il colpo. Un tempo, tutti questi passaggi erano gestiti senza riflessi all’esterno ed era difficile cogliere confini e spaccature. Il clima oggi è cambiato: non è un caso che entrambi i candidati abbiano deciso di adottare il «silenzio stampa» che durerà fino al momento del voto.
Da Varese a Venezia il passo è breve . Domenica alle 5 e 30, in piazza Podestà, i militanti si riuniscono per partire e andare alla festa dei popoli padani, dove però si hanno notizie di possibili contestazioni alla dirigenza, in particolare dai veneti, a seguito delle ultime decisioni del governo che non appagano la voglia di autonomismo dei leghisti sui territori. Il discorso che farà Umberto Bossi dal palco segnerà un passaggio molto importante nella Lega di domani, per capire quale sia la linea ufficiale e quali invece le posizioni a rischio scomunica. I riflessi su Varese saranno immediati.

Molti commentatori hanno ad esempio interpretato lo stop ai sindaci di Bossi, come un riflesso della guerra tra maroniani e il cerchio magico, e il Foglio si è spinto addirittura a dire che il “maroniano” Fontana è la prima vittima dello scontro finale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Settembre 2011
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