Manovra, ecco le novità del Governo
Manette ai grandi evasori. Entrate dirette ai comuni per l’attività di contrasto dell’evasione. Bocciatura da Confindustria e sindacati
Giro di vite sull’evasione fiscale per coprire lo stralcio del contributo di solidarietà dalla manovra di ferragosto.
Quanto annunciato in questi giorni si sta profilando come realtà per ciò che concerne il contenuto della manovra bis, voluta dall’Ue per non far affondare il Paese.
Tra i provvedimenti illustrati dallo stesso ministro dell’economia Giulio Tremonti al termine della presentazione in commissione Bilancio al Senato, avvenuta oggi, primo settembre, figurano norme più severe sugli evasori fiscali, che potrebbero comportare addirittura l’arresto per i “grandi evasori” (oltre i 3 milioni).
Tra le altre decisioni: rapporti finanziari in dichiarazione, stretta sulle cooperative e sulle società di comodo, il “redditometro” impiagato come radar sui beni della società utilizzati da soci e familiari. La correzione sulla manovra prevede meno tagli agli enti territoriali, mentre i ministeri vedono sparire il miliardo di compensazione che poteva arrivare dalla cosiddetta “Robin Hood Tax” sulle società energetiche. Confermato il rinvio sul taglio delle Province e per i piccoli Comuni si punta alle Unioni, con meno assessori e riunioni da tenere la sera.
Dopo il tira e molla soprattutto fra le diverse componenti del Governo, insomma,la “cosa” sta prendendo forma.
Sull’evasione arriva un ampio pacchetto: si parte dai Comuni che intascheranno il 100% dei frutti che arriveranno grazie alle loro segnalazioni. Non solo: i Comuni potranno anche pubblicare sui loro siti i dati relativi alle dichiarazioni. Ma è l’inasprimento penale-tributario e i nuovi vincoli per il patteggiamento (lo sconto della pena per chi paga passa dalla metà ad un terzo) a garantire in tre anni oltre 1 miliardo di euro. Comunque quanto basta dal venire meno del contributo di solidarietà. Salvi i manager privati mentre per dipendenti pubblici e pensionati rivivono le vecchie norme che prevedono sempre un taglio degli stipendi del 5% oltre i 90.000 euro e del 10% oltre i 150.000 euro.
La manovra non piace a Confindustria: il direttivo ha oggi espresso «forte preoccupazione per il modo in cui viene affrontata la grave situazione delle finanza pubblica italiana e della ripresa della crescita» e ha rilevato che «la manovra che si sta faticosamente profilando» è «debole e inadeguata». Dure le critiche anche dalla Cgil: «Il Governo si ostina a non voler affrontare e risolvere i problemi legati alla crescita, all’occupazione, alla produttività e allo sviluppo del nostro Paese».
Il decreto sulla manovra approderà nell’aula del Senato nel pomeriggio di martedì 6 settembre e sono previste sedute di palazzo Madama fino al prossimo 10 settembre.
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