“Recuperare 3 milioni in tre mesi? Impossibile”
Il primario della gastroenterologia del Circolo Segato parla del piano di austerity imposto dalla Regione. Un obiettivo difficile visti i paletti che da anni limitano gli sprechi in corsia
« Non credo che si potranno risparmiare 3 milioni di euro in tre mesi. Spero si accontentino di un piano parziale» Il dottor Sergio Segato, primario di gastroenterologia all’ospedale del Circolo, è preoccupato per il momento di crisi che sta attraversando la sanità: « Sembra proprio che ci saranno sacrifici anche il prossimo anno e quello dopo ancora. La ricetta a medio/lungo termine è sicuramente quella dei letti sub acuti, per pazienti non più gravi che, però, non possono ancora tornare in famiglia. Questa, però, non può essere la risposta per i prossimi tre mesi».
Cosa pensa del piano di austerity messo a punto dal direttore Bergamaschi?
Stiamo attraversando un periodo di crisi. Si chiede di razionalizzare i costi intervenendo sulla migliore organizzazione. È da tempo, però, che noi operatori siamo invitati a lavorare entro certi paletti, a rispettare i parametri. Ci potranno essere delle sacche di spreco a macchia di leopardo, ma non tali da permettere un risparmio di questa portata.
Allora occorrerà intervenire sul personale
Spero proprio di no e le assicurazioni che stanno arrivando mi tranquillizzano. C’è il doppio problema: si impoverisce l’assistenza e si mettono in difficoltà i lavoratori preoccupati del futuro. Sono contento che si stia lavorando per allungare i tempi dei contratti e permettere a questi infermieri di arrivare al concorso
E allora non rimane che diminuire la qualità dell’assistenza…
Comprendo la preoccupazione delle persone che vedono nelle nuove tecniche chirurgiche una via per "sbolognare" presto il paziente. Ma non si deve arrivare a conclusioni sbagliate. Come clinico io so di dover razionalizzare le risorse ma non potrei mai venir meno al mio impegno di medico. Bisogna usare bene i fondi, senza intaccare il rapporto con il paziente. In futuro, quando ci saranno i letti a minor intensità di cura, ogni discorso avrà una logica migliore. Oggi si può intervenire sull’appropriatezza. pensiamo agli esami richiesti. Nel mio campo, per esempio, la letteratura scientifica ha evidenziato che si prescrive il 40% degli esami senza ragione. E non è un problema lombardo o italiano ma internazionale.
Ma non è che voi medici vi siete affidati troppo alla tecnologia e non ne potete fare a meno?
Io sono cresciuto alla scuola di un grande maestro, il dottor Curzio. Mi ha insegnato che la parte migliore del mio lavoro è il rapporto con il paziente, il dialogo. Non concepisco che si prescrivano indagini senza nemmeno aver incontrato il malato. Poi avviene che si chiedano esami sovrapponibili o in tempi ravvicinati. Questo è sicuramente un settore dove vanno cercate le sacche di spreco
Allora si può risparmiare sui farmaci?
Ma anche in questo campo i margini di risparmio sono esigui. Nel mio campo, per esempio, i medicinali hanno quasi tutti il brevetto scaduto per cui sono generici o genericati. Gli altri, ipertecnologici, si riferiscono a nicchie che, inoltre, sono gestite direttamente in ospedale.
E allora si potrà risparmiare cambiando con le nuove tecniche chirurgiche: day surgery, chirurgia di un giorno, chirurgia di una settimana?
Nel mio campo c’è solo un intervento che potrà diventare ambulatoriale. Si manterrà identico tutto l’iter terapeutico ma cambierà solo il rimborso finale…
Insomma. Se non si risparmia in nessun campo come potrà il direttore Bergamaschi ridurre il budget di tre milioni?
Si dovranno accontentare di un piano parziale altrimenti…
Altrimenti?
mah… aspetto di vedere. Se noi lavoriamo onestamente voglio proprio capire come possono chiedere di più!
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