Le marionette dicono no al Sociale
In pieno centro un gruppo di artisti inscena una protesta contro l'acquisto del teatro da parte del Comune: "Con quei soldi si potrebbero realizzare 571 spettacoli o 4000 laboratori di recitazione"
Musica e marionette per dire "no" all’acquisto del Teatro Sociale da parte del Comune di Busto Arsizio. A inscenare la protesta ci ha pensato il "Collettivo Cippo, Cioppi e Ciappi", un gruppo di tre artisti guidato da Elis Ferracini (Allegra Brigata), che in tre diversi punti della centralissima via Milano ha organizzato un piccolo spettacolo di marionette e recitato il testo di un comunicato diffuso tramite volantinaggio. A coronare la manifestazione, eloquenti "cartellini del prezzo" coronati però dalla scritta "Non in vendita": come a dire che l’arte, per quanto pubblica, non si può comprare.
A scontentare il Collettivo è quello che viene giudicato uno spreco di denaro pubblico, da destinare invece ad altre forme d’arte meno convenzionali. Secondo gli autori del comunicato, la cifra richiesta per l’investimento nel Sociale sarebbe di circa 4 milioni di euro: 3,5-3,8 milioni per l’acquisto e 300mila euro per creare la Fondazione che lo gestirà. "Facendo finta che siano disponibili tutti quei soldi – recita il comunicato – immaginiamo alcune possibilità d’investimento: 4 milioni di euro sono circa 571 spettacoli, chiamando finalmente a Busto ciò che sulla scena nazionale è riconosciuto come teatro d’innovazione e di ricerca (…); oppure sono 4000 laboratori teatrali rivolti a studenti e studentesse, o occasioni di formazione e di aggiornamento per insegnanti di scuole di ogni ordine e grado; (…) sono migliaia di euro a disposizione per sostenere in maniera "concretamente pluralista" le varie realtà attiva sul tema "cultura"; (…) possono essere, infine, 80 concerti modello Subsonica!".
"Ecco allora – conclude il comunicato – la pièce che si approssima alla scena: 4 milioni in cerca di attori e di attrici. La città dei cittadini e delle cittadine che immagina la propria storia e realizza il proprio futuro. E allora: perché 4 milioni di euro per comprare per Busto il Teatro Sociale? Aspettiamo risposta dall’amministrazione comunale, che utilizza i soldi di tutti e di tutte, memori di quanto diceva Don Milani (che ai bambini rispettava e ai bambini insegnava, da loro imparando): Ogni perché che non chiedi oggi sarà un calcio nel sedere domani. Domani è già oggi, e di calci non ne vogliamo più".
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