I sindacati :”Non svendete Finmeccanica”
Dopo il consiglio di amministrazione del più importante gruppo industriale italiano a partecipazione pubblica, Fim, Fiom e Uilm fanno muro contro lo «spacchettamento del gruppo»
Fim, Fiom e Uilm avvertono Finmeccanica: niente scuse nè che si chiamino difficoltà finanziarie o stop ai dividendi. I metalmeccanici non si fidano perché il mettere le mani avanti da parte del gruppo potrebbe significare ulteriori ristrutturazioni. «Siamo preoccupati – scrivono le segreterie nazionali – e contrari al fatto che si utilizzino difficoltà economiche per giustificare il ridimensionamento del perimetro industriale del gruppo, attraverso cessioni di asset e delocalizzazioni di attività che sono e devono restare un patrimonio professionale e industriale di Finmeccanica e del sistema Paese».
La preoccupazione riguarda l’ipotesi di un piano di dismissioni per 1 miliardo di euro, di tagli agli investimenti previsti per il 2012, di una forte riduzione dei costi di struttura che nel biennio 2012/2013 dovrebbero ammontare a circa 140 milioni di euro. «Siamo pronti ad affrontare, come abbiamo sempre fatto – aggiungono i segretari di Fim, Fiom e Uilm – i problemi legati all’efficienza e alla competitività delle aziende per mettere queste nelle condizioni di poter affrontare i mercati da protagonista, ma siamo nettamente contrari a scelte che avrebbero come risultato solamente il ridimensionamento del gruppo».
I sindacati restano, dunque, contrari ad aprire discussioni su cessioni di aziende, riduzioni occupazionali che ritengono essere importanti ed essenziali per tutto il sistema industriale di Finmeccanica che invece, se perseguite, possono aprire spazi «a chi da tempo vuole spacchettare e privatizzare un gruppo che per tecnologia, professionalità e strategicità deve invece essere salvaguardato per il bene complessivo dei lavoratori e del Paese. Rinnoviamo il nostro invito ad aprire in tempi brevissimi il confronto sindacale su questi temi».
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