Violenze e abusi, ora le donne denunciano di più
L'associazione Auser Filo Rosa è una delle più attive in provincia nell'aiuto alle donne maltrattate ed umiliate: un problema che è molto spesso in famiglia e coinvolge anche i bambini
I casi che emergono rimangono la punta di un iceberg, ma il numero di segnalazioni aumenta, anche da parte delle vittime. Come ogni fenomeno, anche la violenza contro le donne si evolve o, meglio, evolve la coscienza che si ha del problema. All’Auser Filo Rosa di Cardano al Campo si rivolgono molte donne, non solo dalla provincia di Varese ma anche dalle vicine province di Milano e Novara. La responsabile Annamaria Tagliaretti spiega che la consapevolezza sta aumentando: «Noi siamo nati nel 2007 e notiamo una maggiore tendenza a segnalare da parte della donna stessa, mentre in passato arrivavano più frequentemente segnalazioni da enti, come i servizi sociali o le Caritas che raccoglievano le storie. Possiamo dire, comunque che ci sono più segnalazioni sullo stalking da quando c’è la legge». C’è poi un altro aspetto, la «maggiore sensibilità da parte delle forze dell’ordine», carabinieri e polizia, che stanno studiando il fenomeno e si confrontano con le associazioni. «E comunque – continua Annamaria Tagliaretti – la prevenzione è un asse portante del nostro lavoro, lo sforzo di creare cultura del rispetto di genere e cultura dell’affettività, ma anche una maggiore partecipazione da parte degli uomini», anche mediante la collanborazione con associazioni di uomini come "Maschile plurale".
Da inizio attività l’Auser Filo Rosa ha affrontato 164 casi, una sessantina da inizio del 2011. Un fenomeno che viene denunciato da italiane (78%) e straniere (il restante 22%), anche se bisogna considerare che «metà di queste ultime sono sposate o conviventi con italiani». Tra le straniere denunciano soprattutto donne dell’Africa Nordoccidentale e dell’Europa dell’Est, mentre minore è il numero di asiatiche e sudamericane che si rivolgono al centro. «E abbiamo anche avuto qualche caso di straniere comunitarie, portoghesi e rumene». La fascia d’età più rappresentata è quella delle donne tra i 31 e i 40 anni, momento in cui si vivono storie che diventano famiglie, ma in cui la donna è anche più debole perché nel pieno della vita lavorativa o di crescita dei figli. I figli sono le altre vittime della violenza sulle donne: «Abbiamo calcolato in 90-94 i figli presenti nei casi affrontati, 60 dei quali sono minori. Spesso sono un deterrente a reagire, ma sono essi stessi vittime. Di violenza assistita, perché vivono e assistono la violenza contro la madre, ma in 8 casi anche di violenza fisica contro di loro».
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