«Arcari fu la fortuna del Varese per quindici anni»
Scoperta a Masnago la targa con cui è stata dedicata al grande allenatore la tribuna d'onore dello stadio. I ricordi del sindaco Fontana e di Guido Borghi
I volti segnati dal tempo e dalle battaglie sui campi di calcio non hanno tolto spazio al sorriso. E così tanti ex portacolori del Varese (nella foto a lato) si sono aperti a un’espressione solare quest’oggi quando a Masnago è stata scoperta la targa con cui la tribuna d’onore del "Franco Ossola" è stata intitolata a Bruno Arcari. Un maestro di vita e di calcio, frase di cui spesso si abusa ma che calza a pennello – giura chi lo ha conosciuto – all’allenatore del Varese più grande di sempre, quello che terminò al settimo posto la stagione ’67/’68 battendo tutte le grandi sul proprio campo, a partire dalla Juventus sculacciata con cinque gol (a zero). Un episodio che non poteva essere ignorato e a citarlo è stato il sindaco Attilio Fontana (accompagnato dagli assessori Piazza, Clerici e Longhini), che ha ricordato quanto fatto da Arcari in quei paraggi insieme a Giovanni Borghi, il patron del Varese la cui targa ricordo è proprio sopra a quella dedicata al mister.
«Quel giorno aveva promesso di regalare alle sue figlie un cagnolino per ogni gol segnato alla Juve – ha ricordato la nipote Vera, chiamata a leggere un messaggio da parte dei familiari – ma nemmeno lui immaginava di portarsi a casa una cucciolata». E il principale responsabile di quell’improvvisato allevamento canino era tra i presenti: Pietro Anastasi, la punta del Varese dei miracoli, non è voluto mancare all’appuntamento così come Peo Maroso, Gede Carmignani, Ricky Sogliano (che non metteva piede a Masnago da anni), Cicci Ossola e tanti altri ancora.
Ma forse le parole più calzanti per richiamare alla memoria "Arcarino" sono quelle pronunciate da Guido Borghi, il figlio del "cumenda" che ebbe giovanissimo l’onere e l’onore della presidenza del Varese. «Con Bruno il nostro club era avanti dieci anni rispetto agli altri: siamo stati i primi a lavorare con un preparatore atletico, con un dietologo e via dicendo. In più Arcari era un consigliere fantastico: sapeva scegliere il tempo migliore per intervenire sulle questioni e io mi sono rivolto spesso a lui per avere un parere. Credo la sua presenza sia stata la fortuna del Varese per una quindicina d’anni».
All’ex allenatore biancorosso è stato dedicato pochi anni fa un volume (Bruno Arcari – Campione sul campo e in panchina, maestro di calcio e di vita) edito da Lativa e rimesso in vendita in questi giorni. La prefazione di Giovanni Trapattoni e le firme di una ventina di giornalisti che lo hanno conosciuto e frequentato sono un’ulteriore testimonianza della traccia lasciata da Arcari nel mondo del calcio e nella città di Varese, dove ha scelto di vivere e di crescere anche la sua famiglia.
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