Le imprese: “Come facciamo a pagare fornitori e collaboratori con i Bot!”

Confartigianato Imprese Varese ha chiesto ad un campione di 250 imprese se accetterebbero la proposta del Governo Monti. Il 90% degli intervistati si dichiara indeciso

Sondaggio tra 250 aziende di Confartigianato Varese per capire se accetterebbero la proposta del Governo Monti. Nei confronti delle imprese che attendono ancora oggi di essere pagate dalla pubblica amministrazione, il Governo Monti lascia la proposta di estinguere il debito con i buoni del tesoro. Confartigianato Imprese Varese ha chiesto ad un campione di 250 imprese se accetterebbero la proposta. Il 90% degli intervistati si dichiara indeciso: sfiducia nello Stato italiano? «Beh, mi dica lei: la situazione preoccupa ancora oggi, l’andamento della borsa e dello Spread non dà ossigeno a nessuno. Impossibile non preoccuparsi. Ci aspettiamo che la Pubblica Amministrazione onori i suoi impegni».  L’8% del campione, invece, dice di poter «valutare la proposta: dipende dal momento economico e da come è messa la mia impresa. Ciò di cui si ha bisogno è la liquidità, non i titoli. E di “carta”, in ufficio, ne ho già parecchia. Come stanno andando le cose, un imprenditore preferirebbe un pagamento entro breve tempo. O, magari, un mix: una parte in Bot e una parte in contanti. Dopo tutto, si tratta sempre di un investimento». Tra gli imprenditori c’è anche chi propone il ritorno al baratto – «lo Stato mi paga con i Bot ed io con la merce che produco» –  e chi afferma: «Piuttosto che perdere il denaro, vanno bene anche i Bot. Però, dipende: se i buoni possono essere considerati come volano di cassa, ok. Insomma, metterli a garanzia di un flusso positivo e non inserirli a bilancio come semplice voce. Infine, dipende dal ricavo che ne potrei ottenere dalla vendita: l’importante è non perderci».
Il problema sollevato dagli imprenditori è reale: «Non posso pagare i clienti e i collaboratori con i Bot!». Le imprese definiscono la proposta «dura da accettare: il pagamento in Bot non è sicuro e in questo momento la preferenza va senza dubbio ai contanti».
Inoltre: «Siamo sicuri che i Buoni si potranno poi riscattare? La gente che lavora dev’essere pagata con i contanti, non con le promesse. La situazione è troppo incerta». Il 90% del campione si dice pronto a presentare una controproposta al Governo: «Accetterei i Bot solo nel caso in cui i Buoni servissero per pagare le tasse e i servizi. E se le banche li accetterebbero come liquidità per l’impresa: cosa del tutto improbabile. A questo punto paghiamo anche parlamentari e onorevoli con i Bot: loro dovrebbero essere i primi a fidarsi del Governo, no?».
Pochissime imprese, il 2% del campione, ammette che non è semplice valutare una proposta del genere, ma «ci troviamo in una situazione in cui un po’ di etica non guasterebbe. I primi a doversi fare carico del debito pubblico sono proprio gli italiani, e quindi la proposta è eticamente corretta se non giusta. Economicamente presenta qualche zona d’ombra, ma come italiani dovremmo fare tutti un po’ di più. Insomma, crediamo nell’Italia e nei nostri prodotti: per esempio, perché andare a comprare macchine tedesche?».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Gennaio 2012
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