Ospedale di Busto, sono tornati i senza tetto
Un lavoratore che vuole rimanere anonimo fa il punto della situazione sulla sicurezza del presidio ospedaliero colpito da diversi incendi nel novembre dell'anno scorso e chiede una sistemazione dignitosa per i clochard e sicurezza per gli utenti
Gentile direttore,
nei mesi scorsi l’ospedale di Busto, nel quale presto servizio tutti i giorni, è salito agli onori della cronaca per una serie di pericolosi incendi (foto a sin.). Il mio Direttore Generale, Armando Gozzini, aveva prontamente annunciato un piano straordinario di sicurezza che, come riportato in uno dei vostri articoli, avrebbe previsto «vigilanza privata sia in divisa che in borghese per controllare le aree sensibili dell’ospedale e un ampliamento del sistema di videosorveglianza con microtelecamere, occhi indiscreti che controlleranno le aree più a rischio».
Oggi, a quasi due mesi da quegli eventi, è forse il caso di fare il punto della situazione. I vigilantes che avrebbero dovuto controllare, oggi tra i dipendenti dell’ospedale sono diventati una presenza quasi leggendaria. Dopo i primi giorni in cui, con pettorine estremamente vistose, si aggiravano continuamente e palesemente per i locali dell’ospedale, oggi sembrano essere scomparsi. Ci sono miei colleghi che “giurano” di averli visti anche di recente, ma molti altri (tra cui anche io) hanno perso da tempo le loro tracce.
Le telecamere invece sono effettivamente presenti, ma sulla loro effettiva attivazione i dubbi sono molti. Infatti, i senza tetto che dimorano abitualmente nei sotterranei dell’ospedale, dopo un periodo di assenza nel periodo immediatamente successivo agli incendi (quando la presenza della vigilanza era palese), sono oggi tornati ad accamparsi nell’atrio del poliambulatorio. Mi chiedo se la direzione generale, grazie ai suoi viglilantes e alle sue “discrete” telecamere, siano a conoscenza del fenomeno e in caso di risposta affermativa, se sia considerata una prassi normale.
Il fatto che persone senza un tetto sotto cui dormire si rifugino all’interno della nostra struttura sanitaria per proteggersi dal freddo dovrebbe far riflettere sulla totale assenza di adeguata assistenza ma le panchine dell’atrio dell’ospedale non possono essere la soluzione. Le condizioni igieniche di queste persone, infatti, sono tali da aver più volte causato lamentele da parte dei pazienti e visitatori che quotidianamente frequentano la nostra struttura e che, in diversi casi, sostengono di essersi lamentati con la direzione generale, ma nulla è cambiato.
Mi chiedo quindi se la presenza di senza tetto nei sotterranei dell’ospedale sia considerata normale dalla direzione generale, auspicando tuttavia che la soluzione che verrà adottata non sia cacciare queste persone in mezzo ad una strada, specialmente nei duri mesi invernali.
Cordiali saluti.
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