L’ospedale Confalonieri è fondamentale. E va sostenuto
Affollato incontro della Fondazione Circolo della Bontà che si è presentata alla collettività. Il direttore Bergamaschi ha parlato del presente e del futuro
Importante servizio d’opinione, promosso dal LC Luino e dal LC Laveno S. Caterina del Sasso, in persona dei presidenti Ciro Radice e Anna Maria Martelossi, è stata la conferenza aperta al pubblico presso l’ospitale sede dell’Associazione culturale Frontiera, la fabbrica IMF di Luino, giovedì 16 febbraio. La sala era affollata da operatori della Sanità e da autorità politiche e amministrative, fra cui il nuovo direttore della ASL varesina Daverio e il sindaco di Luino Pellicini. Walter Bergamaschi, direttore dell’azienda ospedaliera Macchi di Varese, cui appartengono gli ospedali della costa verbanese, di Luino e di Cittiglio, ha illustrato i programmi per i due storici nosocomi, la cui esistenza era qualche anno fa messa in forse. In particolare si ritiene fondamentale il ruolo dell’ospedale Luini Confalonieri di Luino in una zona montana ove esistono comunità sparse di difficile accesso. Le funzioni saranno razionalizzate e ottimizzate. Due sono quelle fondamentali.
La prima è il soccorso di emergenza; nell’impossibilità di contare su un reparto di rianimazione permanente, è previsto tuttavia un’assistenza avanzata che garantisca il trasporto nelle sedi più attrezzate. Seconda funzione è la più ampia assistenza per le malattie croniche, cui obbliga il progressivo invecchiamento della popolazione; ne è esempio il reparto di dialisi, recentemente mostratosi all’altezza del compito durante le difficoltà tecniche procurate dall’ondata di gelo. Occorre insomma stare fisicamente vicino all’utente, magari svolgendo altrove i compiti tecnici come le analisi specialistiche. Bergamaschi ha poi additato nella fondazione Circolo della Bontà un ausilio importantissimo alla Sanità pubblica. Natura e fini del Circolo sono stati poi illustrati da Gianni Spartà che ne è presidente. Alcune personalità varesine di buona volontà si sono federate per costituire un fondo iniziale da accrescere con la partecipazione di tutti, in quella tradizione di beneficenza e solidarietà sociale che sono state nel passato alle origini stesse dei nostri ospedali (che non a caso conservano il nome dei loro fondatori). Il welfare di stato non può giungere a tutto e ogni comunità deve farsi carico in prima persona di contribuirvi; federare queste forze può consentire di organizzare nel modo più ampio e funzionale quegli intereventi di sussidio che la vicinanza con i bisogni della gente, stimolando l’ente ospitaliero a fruirne per il miglior risultato. Sono talora piccoli gesti (il televisore per il paziente, costretto per ore alla dialisi) o iniziative più rilevanti come quella sostenuta da “Varese per l’oncologia”, per il decentramento delle cure oncologiche, auspicabilmente presso il domicilio del malato.
Nella discussione il consigliere provinciale Rossi ha illustrato le molte iniziative dal basso che vanno in tal senso (l’AVIS avanti a tutte). Fra esse va messa anche quella del LC Luino ha previsto per il suo 50° la donazione all’Ospedale di Luino di una attrezzatura per il più ampio screneeng della
osteoporosi (nella scia di una costante attenzione rivolta nel passato ai problemi della sanità pubblica). La serata ha fornito spunti di meditazione che riguardano direttamente anche la futura attività dei Lions varesini; non isolarsi nella spinta propositiva ma cercare sinergie che siano utili a tradurre la buona volontà nei risultati più validi
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