La Chiaravalli si difende: “Siamo vittime di un clamoroso errore”
I legali del gruppo industriale smentiscono che la riorganizzazione industriale sia stata fatta per non pagare le tasse e sostengono di non aver mai ricevuto sanzioni per 20 milioni di euro. Anche i 7 milioni di evasione sarebbero sospesi
AGGIORNAMENTO: questa notizia è inerente ad una vicenda giudiziaria risalente al periodo 2009/2011 e conclusasi con la sentenza di assoluzione dei consiglieri di amministrazione della Chiaravalli Group spa, emessa in data 18.10.2018, dalla Corte D’Appello di Milano.
Riceviamo e pubblichiamo la versione della difesa (avvocati Cesare Cicorella e Stefano Bettinelli) del gruppo Chiaravalli di Cavaria con Premezzo in merito all’indagine chiusa dalla Procura di Busto Arsizio insieme alla Guardia di Finanza di Varese
Ai sensi dell’art. 8 legge 47/48, nella nostra qualità di difensori di Chiaravalli spa, siamo a richiedere l’immediata ed integrale pubblicazione del seguente comunicato stampa a rettifica dell’articolo apparso sul vostro quotidiano on line in data odierna dal titolo: “Smembrano la società per non pagare le tasse, sequestrata la Chiaravalli”.
A tale proposito rileviamo quanto segue:
– è falso quanto affermato in ordine al fatto che si sia proceduto alla ristrutturazione aziendale per “non pagare le tasse”; si tratta di un’affermazione gratuita priva del benché minimo riscontro, anche solo logico, e di estrema gravità;
– l’unica cartella esattoriale emessa nei confronti dell’azienda è stata ritualmente opposta; ma ciò che più conta è il fatto che la commissione tributaria ne ha disposto la sospensione;
– le cartelle in precedenza notificate ai soci, sono state opposte; la Commissione Tributaria di Varese ha accolto le tesi della difesa nel merito, annullando le predette cartelle;
– non corrisponde al vero che siano state notificate cartelle per 27 milioni di euro nei confronti dell’azienda; come premesso l’unica cartella notificata (inerente ad un presunto debito tributario di euro 7 milioni) è quella citata in precedenza, che, come detto è attualmente sospesa; con il che appare evidente che, ad oggi, non esiste alcun debito tributario accertato;
– la riorganizzazione del gruppo è stata attuata per specifiche ragioni di impresa, correlate alla complessità dell’azienda e non certamente alle calunniose e diffamatorie ragioni indicate nell’articolo; si tratta, tra l’altro, di un’iniziativa posta in essere prima di ogni accertamento tributario;
– ad incontrovertibile dimostrazione del difetto di intenti fraudolenti, si pone il fatto che le imprese derivate da Chiaravalli Trasmissioni spa, non solo hanno addirittura mantenuto il nome ma hanno enormemente valorizzato il precedente compendio patrimoniale: se si fossero perseguite finalità truffaldine si sarebbe fatto ricorso al sistema delle scatole cinesi;
– si precisa inoltre che il sequestro, a cui verrà proposta opposizione, ha colpito solamente alcuni dei cespiti aziendali e che non compromettono in alcun modo la funzionalità della stessa;
– è assolutamente falso il fatto che l’attività imprenditoriale è stata affidata ad un custode giudiziario, atteso che quest’ultimo è solo il custode dei beni sequestrati e che, si ribadisce, non sono inerenti alla struttura operativa;
– l’iniziativa di dare pubblicità a questa temeraria iniziativa, ha prodotto e produrrà danni gravissimi oltre a costituire diffamazione. In relazione a ciò verrà sicuramente posta in essere azione risarcitoria.
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