Malpensa: un relitto abbandonato

Michele Serra torna all'attacco di Varese e lo fa ironizzando sull'aeroporto: "Potrebbe essere una base aliena o il residuo di una civiltà scomparsa"

michele serraMichele Serra ha trovato la risposta alla domanda che il direttore di Varesenews faceva due settimane fa circa le priorità di Malpensa.
"La gigantesca struttura, – scrive nel suo pezzo di satira Serra sull’Espresso – abbandonata in mezzo alla boscaglia alla periferia di Varese, rappresenta uno dei grandi misteri d’Italia. Perché una così sterminata distesa di cemento in mezzo al nulla? Qualcuno sostiene che sia una base aliena, come dimostrerebbe ancora oggi la misteriosa segnaletica, che in un linguaggio sconosciuto rimanda da un punto all’altro di quel sito senza alcuna spiegazione logica, né alcun criterio umano. Altri ritengono che Malpensa sia il tipico residuo di una civiltà scomparsa, essa stessa causa della propria rovina a causa della mania ossessiva di costruire opere costosissime e inutili. Secondo una terza corrente di pensiero, decisamente fantasiosa, Malpensa sarebbe invece l’aeroporto di Milano, ma è un’ipotesi davvero risibile se si considera che per raggiungere Malpensa da Milano è necessario prendere l’aereo".
Il giornalista non è la prima volta che, per attaccare la Lega, se la prende con Malpensa e Varese. Gli era valsa anche una querela da parte del sindaco Fontana.  È satira, d’accordo, e con Serra ci siamo abituati, ma perché non raccontare allora di Montichiari, reale cattedrale nel deserto dove non volano più nemmeno le cornacchie perché spaventate del troppo silenzio?
Un’uscita così resta un’incognita, e non siamo convinti che la risposta sia dietro la parola satira. 
Nell’occhiello dell’articolo sull’Espresso si legge: "Non c’è solo la Concordia adagiata davanti al Giglio: molti altri simboli degli errori umani sono disseminati nel nostro Paese. Ci si chiede ad esempio cosa sia quella gigantesca struttura di cemento nella boscaglia alla periferia di Varese".
Eccolo lì un bell’indizio: Malpensa può essere "un simbolo degli errori umani"?
La domanda è troppo seria per esser catalogata nella categoria della satira. E allora come la mettiamo?
Possibile mai che questo nostro Paese debba fare i conti sempre con "errori"? O non è uno sport troppo facile buttare tutto in "vacca"? 
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Febbraio 2012
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