Boni non si dimette: “Ho il diritto di difendermi”

Il presidente del consiglio regionale Davide Boni indagato per corruzione siede tra i banchi della Lega Nord. Ha scritto una mail a tutti i consiglieri. Respinta la mozione urgente

Consiglio regionale teso quello di oggi, martedì 13 marzo. In aula al Pirellone c’era grande attesa per sapere cosa avrebbe fatto e come si sarebbe comportato Davide Boni, presidente del consiglio regionale della Lombardia, accusato di corruzione. L’esponente leghista non si è seduto sulla poltrona di presidente, ma sui banchi della Lega Nord e ha scritto una mail a tutti i consiglieri per spiegare la sua versione dei fatti e chiedere di potersi difendere: «Ho deciso di scrivervi ufficialmente per la prima volta della vicenda giudiziaria che mi vede mio malgrado coinvolto. Lo faccio deliberatamente perchè credo che, al di là delle più che naturali curiosità giornalistiche, sia a voi che idealmente a chi ci ha nominato con il voto, che devo fornire in primo luogo conto del mio operato e della mia condotta». Inizia così la mail inviata questa mattina da Davide Boni a tutti i consiglieri regionali: «Non mi sentirete parlare di complotti nè tanto meno di critiche per un uso strumentale della giustizia dei magistrati inquirenti – ha scritto l’esponente della Lega -. Sfido chiunque a trovare un solo euro nelle mie tasche che non sia frutto del mio lavoro o, per quanto riguarda il mio partito, che non sia frutto di versamenti o elargizioni ufficiali e dettagliatamente documentabili. Al momento della mia elezione a presidente mi ero impegnato per una azione di rilancio delle prerogative dell’assemblea quale sede di rappresentanza politica generale e del ruolo di indirizzo nei confronti della Giunta regionale. Ho svolto sin ad ora il mandato affidatomi dall’aula nel rispetto dello statuto e del regolamento – aggiunge Boni – e intendo proseguire su questa strada dal momento che nessuna delle accuse che mi vengono rivolte può avere la minima influenza sul ruolo di rappresentanza e di garanzia che attualmente esercito». Boni ha ripetuto di ritenersi innocenti e di non volersi dimettere per questo motivo. Lo ha replicato nel foyer del Pirellone prima di raggiungere il suo ufficio dietro l’Aula: «È tutto scritto nella lettera, che è quello che avrei letto in Aula, di più non posso dire», si è limitato ad aggiungere.
 
La mozione urgente con cui l’opposizione ha chiesto al presidente Boni di dimettersi è stata dichiarata inammissibile dal vicepresidente di turno Carlo Saffioti «perchè configura una sorta di sfiducia al presidente del Consiglio che non è prevista» dalle norme. Saffioti ha annunciato che sul punto chiederà il parere della Giunta per il regolamento. Luca Gaffuri (Pd) ha replicato: «È una mancanza di rispetto per l’Aula». I gruppi di Idv e Sel hanno deciso di abbandonare i lavori del Consiglio regionale della Lombardia, dopo che è stata dichiarata inammissibile la mozione di censura delle opposizioni nei confronti del presidente Davide Boni, che è indagato per corruzione. Il Pd (così come l’Udc) ha deciso di rimanere in Aula, ma di «non intervenire nè votare» i provvedimenti all’ordine del giorno.

Si è dimesso invece Dario Ghezzi, il capo della segretaria del presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni, si è dimesso dal sui incarico al Pirellone. Lo si è appreso da fonti vicine alla presidenza. Anche Ghezzi è indagato nel giro di presunte tangenti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Marzo 2012
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