“Qualcuno dovrà darci i soldi dei frontalieri”. Sindaci in rivolta
L'ex ministro Maroni incontrerà i rappresentanti dei comuni di frontiera per discutere il problema dei ristorni bloccati. Intanto cresce la preoccupazione dopo le scelte di Berna
L’appuntamento è per stasera alle 21 a Lavena Ponte Tresa. I sindaci dei comuni di confine si incontreranno con l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni per discutere il problema dei ristorni bloccati. Per i comuni, solo due giorni fa, era arrivata come una doccia fredda la notizia della posizione del Consiglio Nazionale, la camera bassa del parlamento svizzero, di adottare la proposta ticinese di adeguare i fondi destinati dal 38 al 12 per cento (come avviene ad esempio nei confronti dell’Austria). Soldi, per il momento circa 23 milioni di euro, che oltre tutto i sindaci di frontiera stanno ancora aspettando a seguito della presa di posizione del Canton Ticino. Il governo di quest’ultimo ha minacciato di non versarli finché l’Italia non avrà rivisto la sua politica fiscale nei confronti della Svizzera. «Se quella proposta dovesse diventare concreta – ha commentato il sindaco di Viggiù Sandy Cane – da 900mila euro si scenderebbe a 300. E questo, oltre al fatto che dobbiamo ancora ricevere i fondi dell’anno scorso, ci metterebbe ancor più in difficoltà. Io ho delle spese da sostenere a fronte di lavoratori che ogni giorno si spostano in un altro stato e qualcuno i soldi per pagarle me li deve dare».
Il sindaco di Viggiù, soltanto qualche settimana fa, aveva scritto una lettera al premier Mario Monti invitandolo nel suo comune per vedere da vicino il danno che il blocco di questa storica entrata stava provocando. «La situazione mi preoccupa – ha aggiunto – non si rendono conto che senza quei soldi siamo in ginocchio. Già facciamo fatica a sostenere le spese per i servizi sociali». «A Malnate ci sono mille frontalieri che pagano le tasse in Svizzera – ha detto il primo cittadino Samuele Astuti – ma usufruiscono dei servizi in Italia. Il Governo italiano dovrà affrontare a mio avviso il problema dei rapporti con la Svizzera in sede europea: non sta a noi comuni confrontarci con Berna ma far valere la nostra posizione presso il ministero. A Malnate parliamo di circa un milione di euro».
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