Rivas: la “freccia” del Varese predica umiltà
L'ala argentina, che soffre per una contrattura, racconta il segreto dei biancorossi («Sostituiamo bene gli assenti») ma alza la guardia: «Attenti alle inseguitrici, stanno andando forte»

Nella gara contro la Reggina però è stato uno dei migliori in campo e proprio lui analizza il momento di forma che sta attraversando: «Sabato abbiamo fatto un buon primo tempo, e siamo riusciti a chiudere in fretta la partita. Io ho giocato bene, ma non mi sento ancora al cento per cento e non sono molto soddisfatto, so che posso dare di più. Anche questa mattina ho avuto una piccola contrattura, ma non dovrebbe essere nulla di grave».
La sua carriera parte dalla squadra argentina dell’Independiente, formazione in cui giocò anche il nonno e di cui Emanuel è tifoso: «Ho fatto tutte le giovanili nel Diablo Rojo (soprannome della squadra di Avellaneda, ndr) e mi sento molto legato a quella maglia. Dopo le prime esperienze in Argentina, passando anche dall’Arsenal de Sarandì e dal Talleres, ho provato la strada europea prima in Grecia e poi in Portogallo, fino ad arrivare all’Arezzo, prima squadra in Italia. Mi sono poi trasferito a Bari, dove sono rimasto per tre anni e mezzo, ma sentivo la necessità di cambiare aria e ora sono a Varese. Qui mi trovo molto bene, ho un contratto fino a giugno e poi decideremo sul futuro. Questo è un luogo molto diverso dalla Puglia, le pressioni sono differenti come mi aveva già accennato Claiton Dos Santos, ma il pubblico è caldo e ti sostiene sempre: è un po’ come sentirsi a casa».

A partire da sabato prossimo quando la squadra di Maran scenderà in campo a Castellammare contro la Juve Stabia. «Sarà una gara complicata non solo perché sanno giocare bene, ma anche perché il campo è in sintetico e non è mai facile abituarcisi subito. Il loro pubblico è molto caldo, è vicino al terreno di gioco e si fa sentire; a me piace, riesco a trovare una carica maggiore».
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