“Senza il corpo, non esiste il mondo”

Carlo Sini ha aperto con la sua lezione magistrale l'edizione 2012 di Filosofarti, il festival della filosofia di Gallarate. Lunedì 5 marzo l'incontro con Maurizio Ferraris

Qual è la verità del corpo? Questa è la domanda attorno alla quale si snoda la Lezione Magistrale di Carlo Sini tenutasi al Teatro delle Arti giovedì 1 Marzo e che ha dato l’avvio al festival Filosofarti 2012. Ma da dove partire per rispondere a questa domanda? Come sempre in filosofia è necessario partire da dove si è. È infatti il corpo stesso l’inizio necessario di ogni possibile esperienza e, dunque, di ogni descrizione del mondo. Non esiste un mondo senza un corpo che lo esperisce e il mondo stesso nasce attraverso la corporeità e l’esperienza sensoriale che lo incontra e lo porta alla luce. È da questo episodio fondamentale che nasce la separazione interno-esterno.

Sini basa tutta la sua discussione su di un afroisma di un filosofo sofista cinese del III sec. che evidenzia proprio questa interconnessione necessaria tra il corpo e il mondo e allo stesso tempo mostra come sia difficile concettualizzare il rapporto tra loro sussistente. Esiste il mondo, un mondo costituito da oggetti, senza una coscienza che lo osserva, senza un dito che indica e che lo descrive circoscrivendolo? Analogamente, com’è possibile che esista il dito stesso? Quest’ultimo, infatti, non fa a sua volta parte del mondo? Questa aporia, legata alla dicotomia oggettivo-soggettivo ed alla ambiguità del termine “corpo” è ciò che costituisce, appunto, il problema della verità del corpo. Già Husserl infatti riteneva utile distinguere il corpo fisico descritto come oggetto materiale (Körper) dal corpo personale inteso come esperienza vissuta (Leib). Il dito indica ma ben altra cosa è l’indicare.

In quest’ottica risulta evidente come quello che le scienze (siano esse fisiche, biologiche, psicologiche o sociali) ci dicono essere il corpo non corrisponda al corpo proprio dell’esperienza in prima persona ma che, anzi, si contrapponga in modo aporetico ad esso. La questione della verità, sembra non poter uscire da questo empasse essendo il corpo stesso necessariamente indicibile. Ma allora le descrizioni fisiologiche o psicologiche sono in errore? Si, anche se in un senso molto meno forte di quanto possa sembrare a prima vista. Esse infatti, pur rimanendo incapaci di cogliere la verità si avvicinano in qualche modo ad essa. O meglio, ne colgono una piccola parte “unendosi” per un istante al suo eterno svolgersi che rimane in ogni caso irriducibile alle molteplici descrizioni.

Come si può allora comprendere la verità del corpo se esso risulta indicibile? Sembra quasi che siamo ritornati al punto di partenza. D’altro canto non ci siamo ritornati a mani vuote in quanto l’aver tematizzato il problema ci permette di non rivolgerci più in modo ingenuo all’idea di corpo fornitaci dalla scienza. Inoltre quanto emerso ci suggerisce che la ricerca della verità vada perseguita in altro modo, in un modo affatto differente dalle descrizioni cui siamo così legati. E’ necessario riuscire a rivolgere lo sguardo al proprio corpo (inteso come corpo di esperienza, non fisico) all’interno delle pratiche del vivere quotidiano osservandosi dall’esterno (anche se esterno è un termine improprio) per mezzo di un metaforico “terzo occhio” che permetta quella comprensione della verità che ci è preclusa dalle nostre concettualizzazioni linguistiche.

Il festival proseguirà fino all’11 marzo. Il prossimo appuntamento prettamente filosofico si terrà Lunedì 5 al Teatro delle Arti con la lezione magistrale di Maurizio Ferraris che riprenderà un tema affrontato, seppur in altri termini, da Carlo Sini in questa lezione. La questione della conoscenza del mondo, in quanto espressa nelle descrizioni che diamo di esso porta necessariamente ad affrontare la problematica del realismo. Ferraris getterà luce sulla necessità di una prospettiva realista contrapposta all’ontologia postmoderna colpevole di fare sfumare la realtà dei fatti nelle sue interpretazioni sulla scia dell’aforisma di Nietzsche «Non ci sono fatti. Solo interpretazioni». Il programma completo è su www.filosofarti.it

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Pubblicato il 04 Marzo 2012
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