Giovani pianiste impreziosiscono la giornata degli “Amici dell’Insubria”
All’Ata Hotel Silvia Franzi e Martina Consonni, due autentici talenti del pianoforte, hanno accompagnato la cerimonia d’attribuzione dell’annuale assegno di ricerca dell’associazione. Ospite d'onore l'architetto Mario Botta
Si sono alternate al pianoforte e, a ogni brano, l’applauso del pubblico è stato convinto e caloroso. Il concerto che ha accompagnato la cerimonia d’attribuzione dell’annuale assegno di ricerca dell’associazione “Amici dell’Insubria”, svoltasi all’Ata Hotel di Varese, ha visto protagoniste due giovanissime pianiste, già affermatesi nei principali concorsi nazionali e internazionali: la malnatese Silvia Franzi, 13 anni appena compiuti, e l’erbese Martina Consonni.
Quest’ultima è una stella emergente del pianoforte italiano: vanta un curriculum di tutto rispetto con addirittura 55 primi premi assoluti ed era al debutto ai piedi del Sacro Monte dopo aver conseguito il diploma in Conservatorio in tempi eccezionali, a soli 14 anni, ed essere stata inserita nell’elenco dei migliori talenti nazionali degli ultimi vent’anni in un articolo pubblicato dalla rivista SuonareNews.
Sia Silvia che Martina sono allieve della professoressa Claudia Boz a quell’Accademia Pianistica “Giovani Talenti” di Alzate Brianza, nel comasco, che è ormai diventata una delle scuole di riferimento in Italia per la formazione dei ragazzi e delle ragazze che si accostano allo strumento caro a Chopin.
È recente il riconoscimento di miglior insegnante attribuito alla stessa professoressa Boz in occasione del prestigioso Concorso Rospigliosi di Lamporecchio, in provincia di Pistoia, dove numerosi allievi dell’Accademia hanno ottenuti premi importanti.
Durante la serata varesina, le esecuzioni delle due ragazze hanno suscitato l’attenzione anche di Mario Botta, l’archistar ticinese ospite d’onore dell’evento. Tra i brani proposti, alcuni capolavori oltre che di Chopin anche di Schubert, Debussy e Mendelssohn prima di una conclusione che ha visto Martina e Silvia offrire al pubblico un bis con la “Dolly” di Fauré suonata a quattro mani.
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