Cinema all’aperto
di Abramo vane

E Sant’Antonio da Padova aveva fatto la grazia, Monica aveva acceso candele in tutto il suo negozio, e così quello non era più un negozio di abiti femminili, piuttosto un santuario per la Madonna, e i vestiti erano ancora più belli, Monica ci sapeva fare, era imbattibile in questo, e quelle candele brillavano e annunciavano la serata che la nostra cittadina voleva vivere in modo speciale… e il giornale radio aveva annunciato temporali serali, ma quelli delle previsioni guardano il giorno sul calendario e non il nome che ci sta vicino, e non si erano accorti che il 13 giugno è Sant’Antonio né sapevano che Monica aveva acceso candele in tutto il negozio di abiti… e noi allora avevamo chiuso via Cavallotti e nel mezzo tirato uno schermo cinematografico, messe giù le sedie, e qualcuno se l’era portata da casa per non restare in piedi, e proiettammo un film muto di Charlot, un pianista seguiva il film e commentava con una colonna sonora dal vivo, e all’arte del cinema aggiungeva la sua… e la musica l’avevano offerta prima anche due ragazze all’ora dell’aperitivo al bar del Cavedio, e c’era stato un mimo che faceva teatro fra i tavoli, Martin e la sua troupe andavano in giro sui trampoli vestiti da Charlot, e siccome il film era un film muto non parlavano e si esprimevano con cartelli scritti come nelle comiche, e un passante che voleva dire una cosa capì che quello era l’unico sistema per comunicare e aveva scritto anche lui un cartello… e in attesa del film Samantha aveva preparato la paella e Fabrizio la sangria, però la Laura Bollini preferiva la birra e seduta a un tavolino la trangugiava senza bicchiere, direttamente dalla bottiglia, perché quello era l’unico modo diceva, e lei aveva un passato da dark, anche se a guardarla non sembrava… e quando iniziò la proiezione il Giulio Rossini di Film Studio tirò due accidenti a quelli del Comune che non avevano spento il lampione in mezzo alla strada, ma nemmeno quell’inettitudine poteva ormai rovinare la magia, e vedere Martin e i suoi amici vestiti da clown, e poi il film di Charlot intitolato Il Circo, e sentire le ragazze con violino e chitarra e quel fenomenale pianista sotto lo schermo, e tutto questo in un’unica serata con musica, cinema e teatro che camminavano insieme come amici d’infanzia, fu straordinario, tanto che il tempo, seduto su una nuvoletta scura in fondo alla via, si era fermato a guardare.
Racconto di Abramo Vane (www.ilcavedio.org), da “Un Cavedio nella storia”, in occasione del venticinquesimo della Vetrina da Leggere in via Cavallotti
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