Macao sgomberato, “Ma solo di 30 metri”
Con un blitz all’alba diversi nuclei di agenti in assetto anti sommossa hanno sgomberato la torre Galfa. In moltissimi si sono riuniti in assemblea spontanea per continuare le attività
«Scusate ragazzi – dice una ragazza interrompendo un’assemblea- ma sta iniziando la lezioni di questo pomeriggio davanti alla trattoria Toscana».
Alla fine solo una cosa è cambiata a Macao: la location. Stamattina, infatti, con un blitz all’alba diversi nuclei di agenti in assetto anti sommossa hanno sgomberato dalla torre Galfa – grattacielo del gruppo Ligresti abbandonato da 15 anni – i lavoratori dello spettacolo che dal 5 maggio scorso la occupavano. Per 10 giorni Macao è stato un polo attrattivo per migliaia di persone con una serie di lezioni e attività culturali.
«Ci avete spostato ma solo di 30 metri» grida un ragazzo in mezzo all’assemblea spontanea che dal mattino ha occupato la strada davanti all’ingresso del primo grattacielo al mondo che sia mai stato occupato.
Il sito di Macao, la pagina Facebook e l’hashtag #Macao per seguire in diretta
Già dalle prime ore del mattino, appena si è diffusa la notizia, in moltissimi – anche il premio Nobel Dario Fo – si sono riversati ai piedi della torre. E li sono rimasti. «Macao non è uno spazio fisico ma è culturale» precisa un ragazzo e per questo «non si può parlare al passato ma al presente», chiosa un altro.
Certo, aver dovuto lasciare la torre «che era diventata casa di tutti noi» ha sconvolto un po’ i piani delle centinai di ragazzi che per 10 giorni hanno animato quello che era «un sogno alto 32 piani». Ma i programmi sono cambiati, non sono certo stati soppressi. Le assemblee e le lezioni che erano previste nei primi piani della torre si sono spostati nella ribattezzata “piazza Macao” con al posto del primo o secondo piano l’ingresso della trattoria Toscana e della “Esso”. Certo è che i lavori per mettere in sicurezza il grattacielo o le operazioni nel piccolo giardinetto del grattacielo non possono più essere messi in attività. «Oggi avrei portato qui un mio albero di ciliegie» racconta una ragazza guardando con malinconia oltre il cordone di scudi e manganelli che impediscono l’accesso al piccolo giardino della Torre.
Per le prossime ore il futuro di Macao però è ancora abbastanza incerto. «Per oggi rimarremo qui in strada» annuncia un ragazzo tra grida e applausi, «anche stanotte» chiosa rivolgendosi ironicamente agli agenti. Ma quello che succederà da domani mattina nessuno è ancora in grado di saperlo. Certo è che lunedì, il giorno prima dello sgombero il sindaco Pisapia ha effettuato una serie di sopralluoghi in 4 aree comunali dismesse o abbandonato. Qualcuno ha interpretato questo gesto come una sorta di celato messaggio rivolto ai ragazzi che, questo è chiaro a tutti, non intendono sciogliersi.
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