Irregolarità in sanità: nel mirino gli ospedali di Busto e Saronno
Perquisizioni della Guardia di Finanza in alcuni ospedali e negli uffici dell'assessorato. Si indaga su presunte irregolarità nell'assegnazione di sperimentazioni cliniche
L’ospedale di Busto e di Saronno sono al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza che indaga su presunte irregolarità in tema di assegnazioni di sperimentazioni cliniche ad alto contenuto tecnologico finanziate da Regione Lombardia. Alcune perquisizioni sono state fatte dai finanzieri negli uffici dell’assessorato alla sanità e in alcuni ospedali.
Oltre all’azienda di Busto, nel mirino ci sono quelli di Niguarda e di Lecco. Gli indagati sono una trentina tra cui il direttore generale della sanità Carlo Lucchina. I reati ipotizzati a vario titolo vanno dall’associazione per delinquere, alla turbativa d’asta, alla rivelazione del segreto d’ufficio al peculato. L’indagine e’ coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Carlo Nocerino.
Le reazioni:
Il consigliere del PD Alessandro Alfieri: « Non entriamo nella questione delle indagini, certo le seguiamo con preoccupazione e allarme. Politicamente invece abbiamo più volte denunciato come nella sanità lombarda i meccanismi e le procedure che devono garantire trasparenza e controlli efficaci non siano adeguate all’ingente quantità di risorse assegnate ad enti pubblici e privati, spesso con margini di discrezionalità eccessivi. Formigoni invece di evocare complotti o attacchi militari alla sua Giunta ammetta che il sistema ha mostrato delle falle e, se ancora è in grado, faccia proposte per riformarlo»
Il consigliere del PD Alessandro Alfieri: « Non entriamo nella questione delle indagini, certo le seguiamo con preoccupazione e allarme. Politicamente invece abbiamo più volte denunciato come nella sanità lombarda i meccanismi e le procedure che devono garantire trasparenza e controlli efficaci non siano adeguate all’ingente quantità di risorse assegnate ad enti pubblici e privati, spesso con margini di discrezionalità eccessivi. Formigoni invece di evocare complotti o attacchi militari alla sua Giunta ammetta che il sistema ha mostrato delle falle e, se ancora è in grado, faccia proposte per riformarlo»
«Quanto sta accadendo – dice Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia – conferma che il modello lombardo tanto decantato, di privatizzazione progressiva della sanità, sta mostrando di essere fondato sull’intreccio tra poteri politici e interessi privati, a discapito del diritto alla salute dei cittadini e delle cittadine della nostra regione. Questa nuova tempesta che si abbatte sul Pirellone, prosegue Baseotto, in modo particolare su una questione delicata come la sanità, non fa che confermare quanto andiamo dicendo da mesi. La Giunta Formigoni è arrivata al capolinea, paralizzata dagli scandali, lacerata dai contrasti interni e dall’ossessione di trovare il modo per restare aggrappata a poltrone sempre più traballanti, ad un potere sempre meno legittimato dalla credibilità istituzionale e dal consenso popolare. Chissà se il Presidente Formigoni avrà ancora l’arroganza di parlare di complotti, o di fingere di non essere ormai travolto dagli scandali che lo coinvolgono, e di credere di avere ancora un futuro politico. Mi auguro che la mozione di sfiducia a Formigoni della scorsa settimana sia solo l’inizio di una più ampia iniziativa che deve uscire dai soli luoghi istituzionali e della politica e deve rivolgersi in modo aperto all’insieme della società civile e dei democratici lombardi. Sarebbe un modo giusto per rispondere all’onda dell’anti politica ed alla sfiducia montante nell’opinione pubblica. La giustizia deve fare il suo corso e fare il più presto possibile chiarezza su questa ennesima vicenda. Ormai la situazione istituzionale è grave.
Non sappiamo più come dirlo: se ne vadano. Le loro dimissioni sono indispensabili se si vuole salvare la dignità e la credibilità di una Istituzione come Regione Lombardia».
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