Terlizzi fa piangere Verona: il Varese vola in finale

Al "Bentegodi" finisce 1-1: decisiva l'incornata del difensore, a segno come all'andata. I biancorossi escono alla distanza dopo un avvio difficile, proteste gialloblu per un rigore negato a Ferrari

Dal nostro inviato Quando anche il ventre del Bentegodi smette di ruggire e inizia a tributare ai propri beniamini un poderoso saluto d’addio, il Varese ha la certezza di essere a due soli passi dal Paradiso della Serie A. Un sogno che prosegue con un pareggio esterno (1-1) su un campo difficilissimo, dove i biancorossi fanno fruttare al meglio le due reti di vantaggio accumulate all’andata. E per la seconda volta di fila (la terza se contiamo l’ultima di campionato con la Samp) l’uomo decisivo è il Ministro della Difesa, Christian Terlizzi: tocca ancora al centrale siglare la rete del pareggio che spedisce il Varese diritto in finale, dopo i miracoli del portiere Rafael su Zecchin e Troest.
Partita a due volti quella di Verona, dove per oltre 30′ l’Hellas è stata un ciclone per come ha messo pressione sull’undici di Maran, sbagliato alla radice nella scelta di Granoche. Bressan è capitolato presto, al 21′ (Tachtsidis, di testa), ma il fortino biancorosso è caduto solo per un errore marchiano di Kurtic: il Varese ha infatti in qualche modo contenuto le continue folate veronesi (scatenato Ferrari) ed ha messo fuori la testa dopo la mezz’ora. Nella ripresa il calo veneto è coinciso con la crescita netta dei biancorossi anche se sul risultato aleggia l’ombra di un rigore negato al Verona (su Ferrari) apparso netto e che avrebbe portato anche all’espulsione di Troest. Un errore grave dell’arbitro Massa che ha fatto arrabbiare i padroni di casa.
D’altro canto però è giusto sottolineare anche che sul doppio confronto il Varese ha meritato la qualificazione con il dominio totale a Masnago e una porzione di partita ottima anche al Bentegodi, tanto che il portiere locale Rafael è stato il migliore in campo dei gialloblu. E così la bilancia pende a favore dei ragazzi del presidente Rosati, finito sotto la doccia (foto sotto) negli spogliatoi: mercoledì e sabato ci attende il coronamento di un sogno. E paradossalmente, sarà vietato (e impossibile) dormire.

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COLPO D’OCCHIO – Vengono i brividi a stare in tribuna al Bentegodi, stadio “Mundial” e caldissimo grazie ai 17 mila spettatori che lo affollano. Gli oltre mille tifosi del Varese, confinati in uno spicchio nell’anello superiore, si fanno sentire nella bolgia ed espongono tantissimi stendardi con le località di provenienza. Per i biancorossi tanti fischi prima dell’inizio e durante la gara; tra i più beccati Maran, che fu capitano del Chievo. Purtroppo vanno segnalate anche l’aggressione alla compagna di Enzo Montemurro (prima della gara) e quella a un’altra tifosa biancorossa (dopo), per fortuna senza gravi conseguenze.

CALCIO D’INIZIO – C’è una sorpresa nella formazione anti-Verona: Zecchin va in panchina e lascia il posto da titolare a Nadarevic. Cambia anche l’attacco, con De Luca tra le riserve a favore di Granoche. In difesa, assente Grillo, rientra Pucino a destra con Cacciatore sull’altra fascia. Anche Mandorlini rimescola l’undici di partenza: rispetto a Varese cambiano i terzini (dentro Cangi e l’ex Pugliese), Mareco lascia il posto a Ceccarelli mentre in attacco c’è D’Alessandro per Berrettoni.

IL PRIMO TEMPO – Avvio da “sangue e arena”, un po’ per il clima torrido sugli spalti, un po’ perché i 22 in campo lottano fin dal primo pallone. Subito un giallo a Troest che stende Ferrari e due corner per l’Hellas con Terlizzi e il danese a deviare tiri pericolosi. Il Varese fatica a uscire dalla propria metà campo tanta è la pressione che all’11’ sfocia nella prima parata di Bressan, in uscita su Gomez servito da Ferrari. Al 13′ il tabellino parla di 5 corner per i gialloblu e 3′ più tardi è di nuovo Bressan a bloccare una conclusione di Jorginho. Il Varese prova allora a servire in profondità Granoche e Neto che però non riescono ad assicurare possesso palla, cosa che dà ulteriore coraggio ai padroni di casa che approfittano di un erroraccio di Kurtic per ottenere una punizione pericolosa (20′). Il Varese la paga carissima: battuta al centro di Hallfredsson e Tachtsidis vola alto per inchiodare l’1-0 alle spalle di Bressan.
La replica del Varese è immediata e porta la firma di Nadarevic: gran sinistro in corsa che Rafael fatica a deviare sopra la traversa. La pressione non cala anche se i biancorossi iniziano a trovare qualche spiraglio; un po’ a sorpresa anzi è di nuovo Nadarevic a sfiorare il pareggio al 34′ quando Neto gli serve un pallone su cui Rafael replica da campione. A divorare l’1-1 poco dopo è invece Granoche, lanciato in profondità dal solito Neto, ma incapace di perforare il portiere avversario a pochi metri di distanza. Azioni che però certificano il “ritorno in vita” del Varese che al 42′ si ripropone in avanti e ottiene una punizione ben calciata da Kurtic: il suo tiro però gonfia solo l’esterno della rete, dando l’impressione di un gol che non c’è.

LA RIPRESA – Si ricomincia con De Luca in campo al posto di un deludente Granoche, scelta ovvia a quel punto, e il Varese non ripete l’avvio difficile della prima frazione. Il buon abbrivio però non prosegue e permette al Verona di rifarsi vivo in attacco. Di occasioni non ne arrivano e così l’unica annotazione al quarto d’ora è il giallo a Cangi che stende un Nadarevic ottimo nel dribbling. Al 17′ però tutto il Bentegodi protesta pesantemente contro l’arbitro Massa che lascia correre un intervento di Troest in piena area su Ferrari, scattato sul filo del fuorigioco e solo davanti al portiere. Poco dopo Tachtsidis riprova l’inzuccata vincente ma la palla finisce lontano dai pali; il clima però ora è nuovamente torrido (ammonito anche Cacciatore) ed esalta un uomo dal sangue caldo come Rivas, capace di spaziare a tutto campo per attivare i compagni. Lavoro sfiancante però quello dell’argentino che al 24′ lascia il posto a Zecchin. Al 28′ Kurtic ha a disposizione una punizione simile a quella vincente dell’andata ma questa volta la battuta finisce sul fondo; si vive di emozioni perché subito dopo una percussione di Maietta porta l’Hellas in area ma anche il preciso Hallfredsson sbaglia un tocco e spreca tutto.
Al 32′ però il Varese sventaglia tre volte verso la porta veneta e il terzo assalto è quello giusto. Prima va dato merito a Rafael, miracoloso su un gran tiro a girare di Zecchin e su un colpo di test ravvicinato di Troest. Ma sul corner successivo l’inzuccata buona arriva ancora da Terlizzi, come all’andata: il pallone scagliato dal difensore si infila sotto l’incrocio dei pali e non lascia scampo al Verona.
Mandorlini si gioca tutto con Pichlmann al posto del terzino Pugliese, molto bravo contro la sua ex squadra; Maran replica mandando carne fresca in mezzo al campo (Damonte) al posto di Neto ma dopo le due sostituzioni è ancora Rafael a brillare tuffandosi a negare il gol a Zecchin per la seconda volta. Al 39′ il Verona resta in dieci per un fallo da dietro di Ceccarelli su De Luca e a quel punto i gialloblu si devono arrendere, stanchi e con l’uomo in meno.
Lo spicchio dei tifosi ospiti non sta più nella pelle, lancia gli “olé” a ogni passaggio e rischia di gioire per un altro gol sul finale, che però De Luca si divora davanti al portiere. Poco male: il triplice fischio di Massa è musica sopraffina che per diventare paradisiaca deve attendere due partite.

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Pubblicato il 02 Giugno 2012
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