Con Floreat i gioielli della città aperti al pubblico
L'associazione propone un viaggio nella tradizione e nella storia cittadina. Porte aperte a Villa San Francesco a Biumo Superiore. Daniele Zanzi: «il più bel giardino di Varese». Convegno sul futuro della Città Giardino con il professor Settis
Per valorizzare una città e la sua storia si puo’ iniziare anche scegliendo il luogo giusto per una conferenza stampa. L’associazione Floreat ha scelto uno dei luoghi più belli di Varese: il chiostro del convento di Sant’Antonino, un’isola del 1500 che si affaccia su corso Matteotti, alveo caro allo "struscio" dei varesini, spesso ignari di tanta ricchezza culturale.
Bellezza, architettura, socialità, storia. Un bel filotto che l’associazione culturale, nata appena un anno fa, ha arricchito con il suo programma autunnale, presentato da Daniele Zanzi, Livio Ghiringhelli, Ovidio, Cazzola e Luciano Ronca, affiancati da un gruppo di giovani di altre associazioni che collaborano con «per far rifiorire la città ripartendo dai cittadini» ha detto Ronca.
Si inizierà il 22 settembre (ore 15) con la visita alla Villa San Francesco a Biumo Superiore (Via Mozzoni), edificio storico privato della famiglia Veratti Monti che per l’occasione aprirà le porte a quanti volessero visitarlo. «Un vero gioiello – ha sottolineato il botanico Zanzi – con il giardino, risalente al 1200, più bello di Varese».
Il ricco autunno di Floreat il 29 settembre riserva un viaggio anche nella tradizione linguistica con il festival del teatro dialettale al Teatrino Santuccio. «Il dialetto bosino – ha continuato Zanzi – è un patrimonio di tutti e non di una sola parte politica. Vi stupiremo con i versi di Nino Cimasoni, il poeta giardiniere».
In un programma che vuole valorizzare la storia e la natura di Varese non poteva mancare il Sacro Monte: l’associazione propone la salita al borgo attraverso l’antica strada di Velate. Il 27 ottobre alle 14 e 30 si farà un percorso tra colori cangianti, natura selvaggia e storia, arricchito dal racconto di due giovani guide, i ventenni Rachele Ossola, della Cittadella delle scienze Schiaparelli, e Marco Cartabia (nella foto a sinistra), membro dell’associazione micologica varesina e violinista. A loro il compito di spiegare il delicato equilibrio dell’ecosistema e proporre pause musicali nei punti più suggestivi del percorso.
Il programma si chiuderà il 24 novembre con un importante convegno dedicato all’albero monumentale con la partecipazione di esperti nazionali e internazionali, a cui seguirà un incontro sul tema “Quale destino per la Città Giardino” con Salvatore Settis, docente alla Normale di Pisa e massimo esperto in materia, affiancato dall’assessore di riferimento, da un politico dell’opposizione e dall’associazione nazionale degli architetti.
«Sono convinto che la politica non si faccia solo nelle aule consiliari – ha concluso Andrea Civati, consigliere comunale del Pd -. Ci potranno essere mille Villa Augusta a Varese ma ciò che fa la differenza è la consapevolezza che il verde non è solo uno spazio da occupare. E per evitare questo occorre che il Pgt (piano di governo del territorio ndr) sia aperto al contributo dei cittadini e condiviso».
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