Gli assistenti ai disabili al Terminal 2 protestano
Il consorzio Lepanto rinuncia all'appalto per l'assistenza ai passeggeri a ridotta mobilità, almeno una quarantina i posti a rischio. Eppure, dicono gli addetti che se ne occupano da anni, il lavoro c'è
Il lavoro c’è ancora, ma i posti di lavoro rischiano di svanire: al Terminal 2 di Malpensa l’assistenza ai viaggiatori non autosufficenti è garantito dal Consorzio Lepanto. La Lepanto ha deciso di rinunciare all’appalto, ottenuto nel giugno scorso con un notevole ribasso: i margini sono ridottissimi e ora vuole rinunciarvi, lasciando a casa operatori e operatrici, in gran parte al lavoro da anni a Malpensa. «C’è un grande disagio tra i lavoratori, che sanno che – se non già a dicembre – a giugno perderanno il lavoro» dice Gabriella Serchio della Cgil. «Per questo chiedono tutele a Sea: è vero che non erano dipendenti Sea, ma il servizio l’hanno sempre svolto per Sea e rimane anche oggi».
I lavoratori sono da giorni in presidio permanente, tutti i giorni all’ingresso delle Partenze del Terminal 2. Intanto hanno deciso di applicare in modo più stringente le consegne sul lavoro, in particolare quando ci sono più passeggeri da assistere sullo stesso volo: fino ad oggi un solo addetto si occupava dei viaggiatori disabili (anche quattro sullo stesso volo) contemporaneamente, per evitare attese lunghe. Da settimana scorsa i lavoratori hanno deciso di «smettere di sopperire alle carenze di personale in turno al fine di garantire il servizio» (scusandosi per il disagio che inevitabilmente comporterà), per far capire che il lavoro c’è, eccome: in pratica assisteranno un passeggero alla volta. Considerando il totale dei voli che richiedono assistenza ai passeggeri con ridotta mobilità, secondo la Rsu il 70% prevede la presenza di più di una persona da assistere.
Il sindacato, ora, si rivolge a Sea, come appaltatore del servizio al Terminal 2, quello peraltro che serve le compagnie low-cost che sono una delle fonti di traffico più significative dello scalo: «Vorremmo capire da Sea alcuni passaggi, se ci siano margini di aumento del valore dell’appalto», dice ancora Gabriella Serchio della Cgil.
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