Maximulta e denunce, chiusa “La Piramide”
Carabinieri, Polizia Locale e Ispettorato del Lavoro hanno controllato il club privato discoteca di viale Lombardia. Tra le violazioni più gravi contestate, quella sul lavoro sulla sicurezza: due uscite d'emergenza su tre erano ostruite
Attività sospesa e oltre 45mila euro di multe e sanzioni alla "Piramide", il noto Club privato-discoteca installato nello stesso edificio che ospita il cinema multisala di Gallarate, in viale Lombardia: i carabinieri della Compagnia di Gallarate, unitamente agli Ispettori del lavoro in forza alla Direzione Provinciale del Lavoro di Varese, i militari del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Lavoro, con la collaborazione della Polizia Locale di Gallarate hanno effettuato sabato notte un controllo presso il circolo privato, che in realtà era una sorta di discoteca dedicata al ballo latino americano. Agenti, militari e funzionari si sono presentati in borghese per rilevare la situazione esistente
Il presidente dell’associazione, esercente la gestione della discoteca, è stato denunciato per apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o intrattenimento, per aver illecitamente installato ed attivato la videosorveglianza dei dipendenti, per 11 lavoratori "in nero". Il Club era gestito come un circolo privato, con regime fiscale agevolato ed esente: le tessere venivano rilasciate sul momento senza formalità alcuna (170 quelle rilasciate nella sola serata di sabato, quella del controllo), il numero degli associati era arrivato ad un numero esorbitante, circa 17mila. Alla fine del controllo le autorità hanno adottato un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale e hanno comminate ammende in misura massima pari a euro 1.548,00 e sanzioni amministrative per 44.500 euro.
C’è però anche un ulteriore aspetto. Il gestore della discoteca è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria perché due delle tre uscite di sicurezza risultavano ostruite: una era chiusa con lucchetto e il locale restrostante era usato a deposito, mentre un’altra dava su un localino trasformato in camerino e inaccessibile al pubblico, con tanto di cartello. Tutte modifiche non previste e che secondo gli ispettori costituivano motivo di pericolo.
Leggi anche: Il presidente dell’associazione respinge le accuse
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