Senza la fantasia non ce n’è per nessuno!
Lo spettacolo di Alessandro Bergonzoni visto dagli occhi di una studentessa che partecipava a Bloglab
Parla di nonsai, uomini piccoli ed insignificanti, rifugiati tra le pareti di un vaso: dovrebbero essere estirpati, nel senso che la loro stirpe dovrebbe essere eliminata. Ma l’ignoranza è biadesiva, dice, si attacca da tutte le parti.
“Chi lo decide quando una cosa è giusta e quando è sbagliata? Chi lo decide? Beh, se volete lo posso decidere io. Potremmo chiedere il diritto di tenerezza nelle carceri, per esempio”. È l’incredibile talento di Alessandro Bergonzoni ad estrarre significati impensati dalle parole che sono stipate nello scatolone al centro del palco o è forse la sua passione per i giochi della lingua (parlata, si intende)? Quale potrebbe essere l’origine dell’acuta ironia, che talvolta si tramuta in sottile sarcasmo, delle mordaci osservazioni di vita scaturite dal semplice spostamento di un accento o di un apostrofo? Suoni schietti e quasi sprezzanti che sfiorano il limite di una somiglianza con il futurismo novecentesco, esortazioni improvvise legate ad una particolare attenzione al suono delle consonanti; l’assurdo viene calato attraverso una totale negazione della realtà in un clima surreale che configura espressamente la comicità dell’attore bolognese.
Dice che ogni uomo ha qualcosa alle spalle. Ma un grande uomo ha dietro di sé… uno zaino. All’interno vi può mettere qualsiasi cosa, come un passato da inseguire, qualcosa che è andato troppo lontano e che quindi non è più presente, ma può essere futuro. Il nostro futuro è diventare “coloro che agiscono”, smettere di immedesimarci in qualcun altro giudicando da spettatori. “Dovete prendere p’arte, diventare un tutt’uno con l’arte di agire, dovete essere voi gli eroi!” E se per diventare fiumi bisogna seguire dei corsi d’acqua, per essere uomini non è necessario finire il corso della vita: è consigliabile iscriversi ad un corso di immortalità. L’umano, dice, ha stufato, tutto quello che è qui, che è adesso, è umano. Dobbiamo fare un salto verso l’altro, arrivando al sovrumano. E la fantasia deve guidare ogni nostra azione, essendo essa il tema fondamentale: “Senza la fantasia non ce n’è per nessuno!”
L’articolo è tratto dal Blog di What’s up
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