La LAV chiede: “fateci incontrare gli studenti del Crespi”
Anche la Lega Anti Vivisezione prende posizione sulla questione della sponsorizzazione della Pelliceria Coralba all'istituto con il coordinamento nazionale che auspica: "cogliamo l'occasione per informare i ragazzi"
Pare non essere destinata a placarsi la polemica che in questi giorni sta travolgendo il Liceo classico e linguistico Daniele Crespi di Busto Arsizio. In molti non hanno gradito la scelta dell’Istituto di accettare la sponsorizzazione da parte di una pellicceria cittadina e la relativa donazione di porta chiavi di pelliccia a tutti gli studenti (nella foto a sinistra). Non è stata neanche gradita la risposta della preside Cristina Boracchi che ha cercato di minimizzare la vicenda e oggi, con un comunicato stampa, prende posizione anche la Lega Anti Vivisezione. "Siamo orgogliosi del fatto che gli studenti della nostra città – dichiara Francesco Caci, Responsabile della LAV di Busto Arsizio – si siano indignati per questa vergognosa sponsorizzazione e abbiano fatto annullare la lotteria con in palio cadaveri di animali allevati in condizioni atroci e uccisi senza pietà soltanto per arricchire commercianti senza scrupoli".
La notizia ha raggiunto anche il coordinamento nazionale della LAV con Simone Pavesi, Responsabile nazionale della "campagna pellicce" che si augura che "quanto accaduto possa essere l’occasione per condividere con gli studenti informazioni oggettive sulle reali condizioni di detenzione e uccisione degli animali da pelliccia" e proprio per questo motivo ha scritto alla preside dell’istituto bustese per chiedere un incontro con gli studenti. Nella richiesta d’incontro Pavesi, con riferimento alla minimizzazione dell’accuduto da parte della dirigente, ha puntualizzato come "non si possa in alcun modo giustificare l’impiego di pelliccia nei gadgets offerti agli studenti semplicemente indicando che si tratta di ‘scarti di lavorazione’" evidenziando come "per quelle lavorazioni ogni anno 70 milioni di animali nel mondo sono appositamente allevati e uccisi, mentre altri 10 milioni sono appositamente catturati in natura con tagliole"
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