Christina. La macchina infernale

Bauer è strepitosa nella Unendo Yamamay che stronca Bergamo. Ma questa volta brillano anche due giovani velocissimi: il primo sfreccia nei rally, il secondo tra i difensori della Brindisi dei canestri

(d. f.) Dobbiamo ricorrere nientemeno che a Stephen King e John Carpenter per spiegare l’impatto dimostrato da Christina Bauer nel big match contro la Foppapedretti. La centrale francese si è dimostrata, appunto, una macchina infernale – non nell’accezione data da libro e film – per la difesa orobica. Ma nel weekend appena trascorso non mancano gli spunti interessanti: alcuni ce li dà il giovane fenomeno del rally Andrea Crugnola, 15° assoluto a Monte-Carlo. Oppure Erik Rush, una delle tante sorprese messe in vetrina dalla Cimberio. Con il volley si apre e si chiude, ancora purtroppo con la Lega Femminile alle prese con l’ennesimo patatrac.

Pagellone numero 106 del 21 gennaio 2013

Christina Bauer 8,5 – Diciamolo come farebbe lei, con il suo intercalare preferito: “è vero che” la centrale francese, quando decide di premere sull’acceleratore, è immarcabile per qualsiasi muro e incontenibile per ogni difesa (contro Bergamo 18 punti con un mostruoso 73% in attacco). È vero che Christina ha capito perfettamente quello che è successo alla sua squadra nella sfortunata trasferta di Schwerin, e ci ha messo la testa e il cuore per cambiare immediatamente marcia. Ma soprattutto è vero che la Unendo Yamamay, quando sa di avere in mano un’arma letale come il suo capitano, non può e non deve temere nessuna avversaria, né in Italia né in Europa.

Andrea Crugnola 8 – Un bolide bianco che sfreccia sul bianco. La seconda partecipazione al Rallye Monte-Carlo è stata una sorta di consacrazione per Andrea, uno che alle parole preferisce i fatti e che non si ferma neppure davanti alla tormenta trovata nel Sud della Francia. Piccolo particolare: prima di partire, non per colpa sua, il giovane pilota varesino non aveva potuto provare le gomme chiodate, una rarità per chi come lui corre soprattutto in Italia. Visto lo stato attuale del rallysmo azzurro, le qualità di Crugnola paiono un dono divino da coltivare con la massima attenzione. Peccato solo per la mancata vittoria nella propria classe, ma la sua prova resta clamorosa. "Panico Verdura", come direbbe lui.

Erik Rush 7 – Nella Cimberio in emergenza, dove tra i migliori in campo vanno messi medici e fisioterapisti (per il recupero lampo di Adrian Banks), spicca la prova del giocatore di cui, forse, si è parlato di meno tra quelli a disposizione di Vitucci. Scovato nel campionato cipriota, il 24enne di passaporto svedese sta dando ragione a Cecco Vescovi che mesi fa disse: «Un italiano con quel fisico, quei margini di crescita e a quel prezzo non esiste. Crescerà e ci farà vincere qualche partita». Contro Brindisi non l’ha vinta solo lui, però un bel contributo l’ha dato, con ciò che gli riesce meglio: tiro, velocità, atletismo. Ora gli manca il passo ulteriore: reggere il campo contro le big.

Verbano Calcio 5,5 – Ma come: i rossoneri fanno un punto con uno squadrone e si prendono l’ennesima insufficienza della loro tribolata stagione? Sì, proprio così, ma ve la motiviamo: eravamo già pronti a festeggiare il ritorno alla vittoria, favorito anche da un campo che ha messo in difficoltà i piedi buoni della Lavagnese, e invece siamo stati costretti a ingoiare l’ennesimo rospo. Le partite si giocano fino al triplice fischio conclusivo: prendere un gol in pieno recupero è degno della mitica mucca di Nikolic. Quella che, appena munta, dava un calcio al recipiente del latte.

Lega Pallavolo Femminile 2Repetita iuvant, anche se in questo caso non sappiamo quante ripetizioni serviranno ancora prima di imparare la lezione. Nel lugubre campionato dei “dieci piccoli indiani” il gioco non è più indovinare chi vincerà lo scudetto, ma chi sarà il prossimo ad abbandonare: dopo Crema è un passo dall’addio anche Modena, la squadra terza in classifica, e atlete simbolo come Aguero, Barazza, Paggi rischiano di restare appiedate. Cosa c’è di più triste di un gruppo di giocatrici in lacrime su un campo di volley? Cosa c’è di più umiliante del vedere cancellato e rinnegato il proprio marchio, quello che dovrebbe rappresentare tutte le squadre di serie A (e le scuse del giorno dopo non bastano)? Non è rimasto davvero alcun senso della decenza?

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Pubblicato il 21 Gennaio 2013
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