Duemila firme per vietare i piatti a base di carne di cane
Una nuova petizione chiede di vietare l'uso alimentare degli animali domestici. Secondo gli animalisti questa abitudine riguarderebbe il 3 per cento della popolazione
Una petizione chiede di vietare l’impiego di carne di cani e di gatti per usi alimentari. Non siamo in Cina ma in Svizzera dove, seppur rara, questa tradizione non è del tutto archiviata ed è attualmente consentita dalla legge in vigore. Eppure molti cittadini e associazioni chiedono che un divieto venga introdotto al più presto, alla pari delle altre norme che disciplinano la protezione degli animali. Il sito Swissinfo ha dedicato, proprio in questi giorni, un approfondimento sul dibattito che periodicamente viene riproposto dalla stampa elvetica. Il sito pubblica un’intervista a Martina Karl, presidente del gruppo animalista Mensch-Tier-Spirits-Helvetia. Secondo l’esperta la percentuale di mangiatori di cani e gatti in Svizzera si aggirerebbe intorno al 3 per cento della popolazione. Partendo da questo presupposto la sua organizzazione si è attivata per raccogliere delle firme contro la pratica e dall’inizio dell’anno ha già raggiunto 2.000 adesioni. Già in passato però gli animalisti svizzeri si erano mobilitati per proteggere gli amici a quattro zampe dai fornelli ma la loro iniziativa non aveva ottenuto i risultati sperati: nel 1993 furono 6.000 le firme raccolte per una petizione simile. In quell’occasione il parlamento elvetico non aveva ritenuto necessario una regolamentazione delle abitudini alimentari della popolazione attribuendo la scelta di cosa mangiare a una questione di "etica personale".
Leggi il dossier di Swissinfo – Cani e gatti, tutto fa brodo?
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