La campagna elettorale “a piedi” di Jimmy Pasin
Domenica la prima passeggiata del "chilometro condiviso", che ha toccato la zona di via Gaggio, ai margini di Malpensa. Prossime tappe previste in stazioni, aree dismesse, nelle zone dei grandi cantieri
L’insolita campagna del "km condiviso" di Jimmy Pasin parte dalla zona di via Gaggio: ieri Pasin, candidato del Pd in Regione, e i suoi sostenitori sono partiti con la camminata («in realtà quattro chilometri, non uno») sulla lunga via sterrata che attraversa una delle ultime aree verdi di pregio rimaste nella zona tra Varesotto e Alto Milanese, a due passi da Malpensa. Una quarantina di persone, pettorine da gara podistica a sottolineare il curioso approccio. La zona del Gaggio è quella che verrebbe sacrificata per realizzare la terza pista e l’area logistica di Malpensa: «Abbiamo puntato i riflettori sulle ipotesi insussistenti di sviluppo dell’aeroporto della Malpensa – dice Pasin – che ancora oggi, dopo l’apertura del terzo satellite, parla di una capacità di 30 milioni di passeggeri, prevedendo cioè un (quasi) raddoppio del volume attuale: una previsione molto più ampia di tutte quelle già sottoposte con i recenti studi fatti da Sea stessa». Pasin è convinto che Sea «ha, dentro il suo stesso sedime, le possibilità di crescere» e che invece ci sia la possibilità di valorizzare egualmente il territorio della brughiera («anche dal punto di vista economico, l’Ecomuseo di via Gaggio sarà uno splendido esempio»).
Pasin è noto soprattutto nella zona di Malpensa, grazie al suo impegno come coordinatore del gruppo di lavoro sull’aeroporto e il rapporto con il territorio ha convinto i suoi primi supporter proprio dalla zona intorno all’aeroporto. Pasin però non si dichiara ambientalista in senso stretto, da architetto ha un’ottica attenta all’uso del territorio e al tema di Malpensa unisce anche anche a tutto ciò che ruota intorno, comprese – ad esempio – le strade, le autostrade, le ferrovie. E quindi quali saranno le prossime tappe del "km condiviso"? «Stiamo programmandole, in generale toccheremo luoghi della provincia dove la trasformazione del territorio è particolarmente problematica, ma anche luoghi dove invece ci sono esempi positivi». Tra le prossime tappe dunque le aree dismesse da riqualificare, le stazioni ferroviarie (come quella nuova di Castellanza, con la corrispondente area di superficie in centro da ripensare), le sponde del Ticino, i luoghi stravolti dai grandi cantieri. «Cercheremo di dialogare anche con gli amministratori locali», conclude Pasin.
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