Per Cattaneo una convention tutta giocata in difesa

“La Lombardia che c’è. La Lombardia che continua” è stato il tema del lungo incontro a cui hanno partecipato Maroni e Formigoni e tante persone della società civile

Sulle poltrone una maschera con la faccia di Cattaneo e un sacchetto con alcuni materiali elettorali. La convention “La Lombardia che c’è. La Lombardia che continua”, nella sala Napoleonica delle Ville Ponti a Varese, si apre con le note e un video di Giorgio Gaber. “La libertà è partecipazione” cantava il grande artista milanese.
Stamattina, la potente macchina di Cl, in diversi momenti ha mostrato quale fatica deve esser condurre questa campagna elettorale in termini di partecipazione. Ben altro clima da tre anni fa. Un terzo dei posti vuoti, e una convention tutta giocata in difesa. Del resto sono in diversi ad aver storto il naso quando la realpolitik ha portato a scegliere di correre ancora sotto un simbolo con la scritta Berlusconi presidente. 
Raffaele Cattaneo, nelle settimane scorse, non si è sottratto alle critiche, ma in questa occasione ha organizzato una convention che mettesse al centro le cose fatte. Come lui stesso ha scritto “si é parlato di contenuti: vita, famiglia, educazione, lavoro, imprese, sanità, welfare, infrastrutture…”. Temi dove il suo bilancio personale e politico è stato certamente lusinghiero. Per Cattaneo “la politica può essere ancora azione per il bene comune se riconosce ciò che esiste, e lo sostiene aprendo spazi e moltiplicando opportunità”. Proprio per questo la scelta dell’appuntamento è stata quella di valorizzare esperienze concrete. 

La mattinata è stata aperta dall’onorevole Raffaello Vignali e subito dopo sono stati affrontati i quattro grandi temi della campagna elettorale con diverse testimonianze sia video che in sala.
Primo tema la difesa della vita, il sostegno 
alla famiglia e la libertà d’educazione con gli ospiti Filippo Crivelli del consultorio familiare del Decanato di Gallarate, Giulio Cova, preside della scuola Manfredini e Alessandro Zaroli, presidente asilo San Giulio Cassano Magnano che hanno portato la loro esperienza. Grande spazio anche al tema del lavoro con Giovanni Gengarelli, lavoratore di Pedelombarda che grazie al sostegno di Regione Lombardia ha riottenuto il lavoro, Luciano Gamba imprenditore di Leg Italia e il presidente di Api Varese Franco Colombo. A chiudere la mattinata di contenuti i temi della sanità e terzo settore (con Armando Gozzini, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio, Walter Berg
amaschi direttore generale di Niguarda e Mauro Pizzi, consigliere della Rsa di Cadegliano Viconago) e quello delle Infrastrutture (Andrea Barone amministratore delegato di Liss impresa che sta realizzando la strada Arcisate-Bisuschio, Alberto Vigano, del comitato pendolari della Monza-Molteno-Oggiono e Antonio Rognoni, Direttore generale di Infrastrutture Lombarde).
Una carrellata di interventi e poi, dopo un saluto di Roberto Maroni, prima della chiusura finale di Cattaneo, la parola è andata a Roberto Formigoni. Il presidente della Regione ha ripercorso alcune delle tappe storiche della sua epoca di governo. Ha rivendicato i meriti delle eccellenze, a partire dalla gestione economica e di bilancio. “Noi, a differenza di tanti altri, siamo in regola con la Costituzione e da un punto di vista giudiziario non ho nulla da temere. Finora la partita tra me e i giudici è 11 a 0 e vincerò anche l’ultima prova”.

Raffaele Cattaneo ha spiegato nuovamente le ragioni dello stare nel campo del Pdl appoggiando Roberto Maroni alla presidenza della Lombardia. “La politica è una cosa concreta e non è testimonianza. Io sottoscrivo il programma di Giannino, ma a cosa serve che lui si candidi. Lo stesso vale per Magdi Allam. Noi dobbiamo impedire alla sinistra di vincere perché questo sarebbe un rischio enorme per le nostre esperienze. Ambrosoli lo dice con chiarezza che governerà nel segno della discontinuità”. 
Cattaneo poi è stato costretto anche a mettere in terra le carte con estrema chiarezza, perché anche le anime interne del Pdl hanno profonde differenze. Solo ieri sera sera, la componente laica del partito era in un noto locale frequentato da omosessuali, per chiedere il loro voto. “Ecco, su questo noi lasciamo libertà di opinione, non abbiamo niente contro i gay, ma la nostra idea di famiglia è molto diversa”.
L’ex assessore ha concluso poi il suo intervento lanciando il grido di allarme, non solo per una vittoria possibile della sinistra, ma anche perché nella coalizione e nel partito prevalga la sua corrente. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Febbraio 2013
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