“È proprio indispensabile Ikea a Cerro Maggiore?”

La domanda provocatoria la pongono i responsabili del comitato locale “Salviamo il Paesaggio di Legnano e Villa Cortese”. Intanto l'iter va avanti

Un’Ikea con annesso centro commerciale polifunzionale a Cerro Maggiore? Se ne parla da mesi, si sono fatte e si faranno valutazioni per l’impatto ambientale e sul traffico che inevitabilmente avrà un colosso del genere in un’area già piuttosto ricca di cemento e smog. Di sicuro è un’ipotesi che solletica le fantasie di molti, tanti dei quali non vedono l’ora di poter andare a pochi chilometri da casa a comprare Manstad, Billy o Faktum. Altri però non ci stanno e lo vogliono dire chiaro e tondo con un comunicato dal titolo inquivocabile: “È proprio indispensabile Ikea a Cerro Maggiore?”. Nel testo si legge: «Dal 1956 la crescita del cemento non vede battute di arresto. I costi ritornano in mano a noi cittadini. Come sempre. Una rotonda in più non ci salverà – spiegano i responsabili del comitato locale “Salviamo il Paesaggio di Legnano e Villa Cortese” -. Ricordiamo che Ikea sorgerà su un bacino idrografico molto importante e già di per se compromesso e intendiamo ribellarci allo scempio distruttivo di suolo ancora naturale e coltivato per far posto ad un’ennesima ed inutile colata di cemento. L’attuale modello di sviluppo non ha più motivo di esistere, se i risultati sono questi e la crisi economica e sociale che stiamo vivendo. Rifiutiamo le (vecchie) scelte politiche con la convinzione che la crisi strutturale che ha investito anche il nostro territorio sia frutto di quelle valutazione che hanno voluto favorire (a danno del cittadino) i palazzinari, i cementificatori, l’illegalità e le ”mafie”. Le motivazioni tecniche strutturali per non realizzare Ikea ci sono tutte, basta guardare i documenti. La politica quella buona che parte dal basso e dalla cittadinanza deve ora fare la sua parte attiva. Il suolo, come l’acqua e l’aria non hanno confini. Sono beni comuni di tutti e abbiamo il diritto e il dovere di preservarli per il futuro dei nostri figli e non solo. Legnano non può guardare a Ikea di Cerrro senza esserne partecipe, perchè l’impatto che quel centro commerciale di oltre 300mila mq2 avrà sul nostro comune sarà imponente ed importante visto da tanti punti di vista. Un’altra area commerciale non serve, in quella zona ancora meno. Che fine farà ad esempio “Grancasa” come complesso? E i suoi dipendenti? Solo a Legnano ci migliaia di immobili sfitti/invenduti, e il calo delle vendite ci fa pensare e ci chiediamo: «A chi saranno destinati i mobili Ikea?». Noi crediamo che non ci saranno nuovi posti di lavoro ma solo uno spostamento peggiorativo (nuovi contratti) di quello attuale. Riteniamo al contrario, che si potrà ottenere lavoro e nuova occupazione dal miglioramento del patrimonio edilizio urbano, dalla riorganizzazione degli insediamenti, cosa anche più redditizia rispetto alla nuove concessioni su aree non urbanizzate. Esistono infatti anche degli incentivi per la trasformazione e la riqualificazione di tutti quei stabilimenti/caseggiati in stato rudimentale o simile. Dire No a Ikea vuol dire far in modo che ci si possa “aggrappare” a quelle normative europee e a vari atti legislativi fatti e messi già in atto anche da altri stati europei: e cioè obiettivo -Zero- al consumo di suolo nel nostro paese e nei nostri territori. Gli interventi per raggiungere questi obiettivi devono assolutamente partire oggi, non dopodomani. Siamo pronti a muoverci non solo tecnicamente- legalmente ma anche e soprattutto ‘’politicamente” con mobilitazioni, incontri, riunioni e assemblee pubbliche».

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Pubblicato il 29 Marzo 2013
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