Maroni: “Metà assessori saranno donne”

Il neo presidente della Regione Lombardia è stato ospite da Fazio a Che tempo che fa. Mezz'ora sulla Lombardia e sull'attuale situazione politica

 "Noi siamo arrivati secondi, ma abbiamo vinto". Roberto Maroni è stato ospite di "Che tempo che fa", la trasmissione condotta da Fabio Fazio. La Lega ha perso un milione e mezzo di voti, la il suo segretario ha avuto gioco facile nell’affrontare questa domanda. "Bisogna distinguere tra la vittoria elettorale e quella politica. Noi abbiamo pagato un alto prezzo in termini di voto rispetto alle passate elezioni, ma abbiamo rischiato tutto per arrivare al risultato. E questo c’è stato".

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La vittoria in Lombardia è stata corale, ma "la lista Maroni è stata la vera sorpresa perché ha preso più del 10%. Quelli che non avrebbero votato Lega e Pdl hanno scelto però di votare per me".
Maroni è tornato poi sulla macroregione, uno dei temi forti della campagna elettorale. "In concreto significa tante cose. Mettere insieme i territori del Nord perché i problemi che hanno gli imprenditori a Cuneo, sono simili a quelli di Trieste. Vogliamo vedere se possiamo avere un’unica politica per questi territori. Si tenga conto poi che li incentiva anche l’Unione Europea. A me il potere non interessa, non l’ho mai esercitato se non a servizio di un’idea, di un progetto e dei cittadini. L’importante è far politica per un progetto con la P maiuscola e questo per me è la macroregione".
Maroni a Che tempo che faLa Lombardia esce da una stagione di scandali e anche di problemi gravi con le infiltrazioni mafiose. "Io sono la garanzia che mafia e malaffare staranno fuori dal Pirellone e dalla Regione. Quanto al malaffare, cancellerò la legge che prevede i rimborsi ai consiglieri. La mia giunta sarà per metà di uomini e metà donne, di persone perbene e non necessariamente con una tessera politica in tasca. A me interessa il merito".
Maroni è stato abile a driblare due terreni minati per i futuri rapporti con Formigoni e Comunione e Liberazone: Expo e la sanità.
"Per Expo deciderà il Consiglio dei ministri, e a me sta bene qualsiasi scelta. Ci sono due commissari: Pisapia e Formigoni. Il secondo venne scelto in quanto Governatore della Lombardia. Ora io non so cosa verrà deciso, ma non dipende da me".
Sulla sanità Maroni si è fermato nel dire che questa è eccellente e quindi si dovrà proseguire in quella direzione, ma comuqnue si riserva ogni decisione in merito.
Il resto dell’intervista è andato su temi più nazionali e politici.
"Il Governo si formerà più tardi dei tempi normali e la legislatura durerà meno di due anni. Si usano anche parole strane come Governo di scopo. Ma che significa? Non lo so se sarà un governo tecnico, ma noi staremo all’opposizione. Io ho bisogno di un interlocutore a Roma, ma se non ci sarà ce la faremo da soli".

Non poteva mancare un accenno al rapporto con Grillo. "Sono attento a capire il fenomeno, ma non sono preoccupato. Noi abbiamo interpetato il movimentismo all’inizio, ma oggi governiamo in mille comuni e siamo una forza di Governo. Penso che se Grillo resterà bloccato in Parlamento due anni dimostrerà che non è la soluzione, e noi riconquisteremo facilmente il consenso andato a lui".

Quanto alla segreteria, "io ho una sola parola, settimana prossima ci sarà il consiglio federale e chiederò un nuovo congresso per eleggere il segretario".
Sulla crisi invece Maroni sostiene che "bisogna attuare una migliore redistribuzione delle risorse. Bisogna far ripartire la locomotiva del paese e per questo la Lombardia deve trattenere una maggiore quota delle tasse che paga, perché così si può far ripartire l’economia e sono le nostre micro imprese che creano ricchezza".

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Pubblicato il 02 Marzo 2013
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