Nel torpore del consiglio comunale scoppia la bomba di Ardito Borgo

La mozione presentata da Rossi, Cirigliano e Tosi sui patrocini concessi alle iniziative dell'associazione vicina all'ultradestra smuove le acque in una seduta senza temi pregnanti. Scintille con Lattuada

Ardito Borgo tiene svegli i consiglieri comunali bustocchi in una soporifera sera di primavera. La seduta del consiglio comunale di ieri, mercoledì, vedeva all’ordine del giorno tutta una serie di mozioni ed interrogazioni e nessun punto di rilevanza strategica. Dopo tutta una serie di rinvii, infatti, a tenere banco è stata la discussione sull’interrogazione relativa alla concessione dei patrocini a due manifestazioni organizzate dall’associazione Ardito Borgo, realtà che vede tra le sue fila diversi giovani esponenti della destra cittadina. La mozione era stata presentata dai consiglieri Gian Pietro Rossi, Marco Cirigliano e Marta Tosi che hanno chiesto chiarimenti in merito alle modalità con le quali la giunta ha concesso il patrocinio del Comune alle due manifestazioni. Le due iniziative riguardavano la presentazione di un applicazione per smartphone sulla cucina bustocca e un concerto dei "Koma Etiliko" (gruppo di musica punk oi definito "non conforme" affine agli ambienti della destra estrema) per festeggiare i tre anni dell’associazione. 

Il dibattito, in realtà, è durato poco e dopo il terzo intervento e minacce di querela da parte del consigliere comunale Pdl Checco Lattuada, è stato bloccato. Il sindaco emerito Gian Pietro Rossi ha chiesto all’amministrazione di «non concedere il simbolo del comune di Busto Arsizio senza un’attenta verifica e ha auspicato che i ragazzi di Ardito Borgo la smettano di guardare ad un passato buio e triste per ragionare sul ruolo che dovrebbe avere una destra moderna in Italia». Il consigliere di Sel Marco Cirigliano ha letto parte di una lettera pubblicata su Varesenews, a firma di Stefano Tosi dell’Anpi di Busto Arsizio, nella quale si mettevano in evidenza i collegamenti tra Ardito Borgo e l’estrema destra neofascista (qui la risposta dell’associazione). A queste accuse Checco Lattuada ha risposto specificando che lui non fa parte dell’associazione e rispedendo le accuse di fascismo ad Ardito Borgo con una frase «non vi sono prove che in Ardito Borgo trovino spazio fascisti». A chiudere il dibattito il presidente del consiglio Diego Cornacchia: «Gli interventi sono fuori tema, il patrocinio al concerto era stato dato per errore – ha detto – al quale la giunta ha posto rimedio ritirandolo immediatamente». Immediatamente dopo l’esplosione della vicenda sui giornali.

Oltre alla questione dei patrocini è stato trattato il tema della presenza di nomadi nella zona al confine tra Sacconago e Magnago, su richiesta del consigliere leghista Pinciroli: «Chiedo che si riunisca un tavolo con tutte le forze dell’ordine del territorio – ha detto – questi gruppi si spostano da una parte all’altra del confine e lasciano sistematicamente montagne di rifiuti e detriti. Più volte gli agricoltori della zona si sono lamentati». La risposta è arrivata dall’assessore alla Polizia Locale Claudio Fantinati che ha specificato tutti gli interventi svolti nei confronti di questo gruppo di persone. Da segnalare, infine, le dimissioni di Erica D’Adda del Pd dalla carica di consigliere comunale, dopo la sua elezione a senatrice. Al suo posto si insedierà il democratico Salvatore Vita.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Marzo 2013
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