Tangenti nella sanità lombarda, prime ammissioni
L'ex direttore della Padania Leonardo Boriani avrebbe ammesso di aver preso 5 mila euro, ma per esigenze personali: il suo legale respinge l'accusa di corruzione. Intanto proseguono le indagini
Ha preso 5 mila euro dall’imprenditore Giuseppe Lo Presti, ma nega sia stata una tangente e respinge le accuse di corruzione. Leonardo Boriani (nella foto), ex direttore della Padania, accusato con altre sei persone nell’ambito di un’inchiesta sulle mazzette nella sanità lombarda, è stato sentito dal gip di Milano Fabio Antezza. I soldi, secondo quanto riportato dall’Ansa, gli sarebbero stati dati da Lo Presti con la promessa che Boriani li avrebbe girati al direttore generale dell’ospedale della Valchiavenna, ma «era solo una millanteria»: a Boriani quei soldi sarebbero serviti per tamponare una difficile situazione economica momentanea, dovuta all’abbandono della direzione della Padania e alla nuova avventura tutt’altro che positiva alla direzione de Il Vostro Quotidiano, esperienza partita male e finita peggio. Boriani, 66 anni, secondo l’accusa avrebbe fatto da ”intermediario” tra Lo Presti e Gianola per una promessa tangente da 500 mila euro (le indagini hanno accertato solo il versamento di 5 mila euro). L’avvocato di Boriani Raffaele Della Valle (l’altro difensore è Angelo Pariani) ha confermato all’Ansa che Boriani ha ammesso di essersi interessato perchè Lo Presti potesse intervenire nell’appalto e lo ha raccomandato a Gianola, negando però che quest’ultimo abbia mai ricevuto denaro o una promessa di denaro dall’imprenditore. Secondo il legale in sostanza Boriani avrebbe ricevuto 5 mila euro da Lo Presti millantando la possibilità di favorire rapporti con la struttura sanitaria dell’ospedale di Valchiavenna e Valtellina, con il solo obiettivo di ricevere quel denaro per esigenze personali. Boriani si sarebbe scusato davanti al gip per avere “tirato in ballo” Gianola (dg dell’ospedale di Sondrio) come destinatario dei soldi. Secondo la difesa l’’accusa nei confronti di Boriani può essere derubricata a turbativa d’asta, escludendo la corruzione, reato per il quale il giornalista di Luvinate è in carcere.
Davanti al gip di Milano Fabio Antezza e al pm Antonio D’Alessio, l’ex direttore amministrativo dell’ospedale San Paolo di Milano, Pier Luigi Sbardolini – a cui viene contestato di aver preso una mazzetta da 33 mila euro dall’imprenditore Giuseppe Lo Presti per un appalto da quasi 9 milioni di euro – avrebbe ammesso parte dei fatti in contestazione. Intanto, le indagini dei pm Claudio Gittardi e D’Alessio proseguono e, a quanto risulta, si sarebbero allargate ad altri appalti e ad altri finanziamenti regionali ottenuti da diversi ospedali, e non solo da quelli indicati nei capi di imputazione dell’ordinanza. Il quadro su cui stanno lavorando i pm vede l’imprenditore Lo Presti (anche il figlio Salvo oggi, come ieri il padre, non ha risposto al gip) consegnare tangenti ai manager sanitari e all’ex consigliere Guarischi, capace poi, secondo l’accusa, di sbloccare i finanziamenti regionali. Negli atti della nuova inchiesta, da quanto si è saputo, ci sarebbero poi una serie di intercettazioni relative allo scorso anno e ai primi mesi del 2013 che dimostrerebbero un’assidua frequentazione tra Roberto Formigoni e Guarischi. Da quanto si e’ saputo, infine, in alcune intercettazioni agli atti Guarischi avrebbe fatto più volte riferimento al ”grande capo” per tranquillizzare Lo Presti sul via libera agli stanziamenti.
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