L’esperienza di lavoro rende gli studenti più motivati

Docenti italiani ed europei ed esponenti del mondo lavorativo si sono confrontati sul modello dell'alternanza che coinvolge ogni anno 8000 studenti varesini

Sono 44.586 gli studenti lombardi che partecipano a esperienze di "alternanza scuola-lavoro". Si tratta di brevi periodi di full immersion in relatà produttive per dare al giovane studente l’impressione di cosa sia e cosa avvenga in un posto di lavoro. Gli studenti maggiormente coinvolti in simili esperienze sono quelli degli istituti professionali ( 31.679) a seguire quelli dei tecnici (9.702) e concludono i liceali ( 3.866). 

In provincia di Varese si è raggiunto un buon livello di scambio con 62 istituti coinvolti. Il lavoro è ancora molto legato all’impegno del singolo docente che dedica parte del suo tempo libero a costruire rapporti con le aziende, realizzare percorsi educativi e monitorare ( insieme con il tutor aziendale) il rendimento dei ragazzi. 
Pur a macchia di leopardo, l’esperienza varesina ha mostrato un sistema che ben può competere con esperienze in altri paesi europei. Nel corso della due giorni di convegno svoltosi alle Ville Ponti, dal titolo "Scuola lavoro tra alternanza e apprendistato", numerosi relatori sono intervenuti per dare la fotografia dello stato dell’arte, con un confronto di esperienze analoghe in paesi europei come Finlandia, Germania e Francia. Ne è emerso un quadro variegato ma con linee guida omogenee come il percorso studiato tra tutor scolastico e tutor aziendale, la valutazione finale, la non retribuzione dei ragazzi. Viceversa, alcuni approcci rimangono differenti: la Francia, per esempio, cerca molto i contributi europei e quindi spinge per occasioni lavorative all’estero, la Finlandia avvia il percorso di orientamento sin dal biennio, la Germania, grazie al suo sistema duale con percorsi liceali e tecnici beni distinti sin dai 10 anni, sviluppa una didattica laboratoriale molto più intensa rispetto all’Italia.

In questi anni, la provincia di Varese, come dicevamo, ha investito parecchio: ogni anno circa 8000 ragazzi fanno un’esperienza di alternanza o vengono orientati al lavoro. I risultati sono molto confortanti soprattutto perchè i giovani vogliono immergersi nella realtà produttiva, mettersi all’opera e comprendere meccanismi e regole che abitualmente rimangono solo teoria. Il passaggio dal libro alla pratica porta con sè un aumento della motivazione personale e dell’interesse per lo studio una volta rientrati tra i banchi. 

Maggiori ombre, invece, permangono nel campo dell’apprendistato, una figura molto utilizzata in altri paesi europei ma che, in Italia, sconta ancora una scarsa chiarezza dovuta alla legge e alla sua interpretazione. Inoltre, all’estero, l’impiego di apprendisti comporta sgravi fiscali che nel nostro paese non sono riconosciuti.

Al di là dei metodi e dei modelli, rimane positivo il tentativo di avvicinare gli studenti al mondo del lavoro: alcuni vorrebbero intenstificare gli scambi anticipandoli anche nelle classi precedenti, c’è chi è più propenso a costruire una formazione culturale che faccia del lavoro e della sicurezza i capisaldi su cui costruire. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Aprile 2013
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