Sistri: “Dove sta la serietà?”
Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Imprese Varese, interviene sull’ennesima vicenda legata al sistema di tracciabilità dei rifiuti. E “lascia la parola” alla relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta del 19 marzo 2013
Il 19 marzo 2013 è stata pubblicata la relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su Sistri. A fronte di un’analisi lucida e dettagliata come quella della Commissione – e agli scandali che hanno interessato il Sistri in questi ultimi giorni – è inaccettabile la presa di posizione del Ministero dell’Ambiente che vuole operativo il sistema dal 1° ottobre 2013.
La Commissione elenca nella sua relazione tutto ciò che fatto di Sistri una somma di rinvii, ripensamenti, sospensioni e abolizioni: Malfunzionamento dei dispositivi elettronici forniti alle aziende: pennette usb non progettate per un “utilizzo così frequente e che rischierebbero di rompersi con estrema facilità”.
Complessità con la quale si è riprodotta nel sistema informatico una gestione cartacea di registri e formulari, da anni gestiti dalle imprese con propri software aziendali: «Si ritiene che i maggiori problemi che hanno rallentato l’avvio del sistri derivino dal fatto che il sistema non fornirebbe le sole funzionalità relative alla tracciabilità, ma interverrebbe sui sistemi gestionali delle imprese con rilevanti oneri a loro carico lungo tutta la filiera”. Complessità delle procedure. Costi sostenuti dalle aziende per l’istituzione e il funzionamento del sistema, “con particolare riferimento ai contributi da versare annualmente in funzione della dimensione dell’impresa e delle attività che svolge». E le imprese hanno già versato due anni di contributi. Data di avvio del Sistri per le cosiddette micro imprese da fissare solo dopo aver completato una serie di procedure tecniche: Emanazione del decreto ministeriale che individui le specifiche tipologie di rifiuti alle quali sono applicate, ai fini del SISTRI, le procedure previste per i rifiuti speciali non pericolosi. Proposta di condurre test e verifiche tecniche sulla base di parametri distinti, che “definiscano puntualmente l’oggetto delle misurazioni, le caratteristiche del campione e le modalità con le quali si effettua il test”. A questo ai aggiunge il fatto che “dai dati acquisiti sembra che la Selex sia stata scelta senza che fossero state preventivamente contattate altre imprese, aventi analoghe capacità imprenditoriali sia a livello tecnico, sia a livello economico”, si sottolinea nella relazione della Commissione. (nella foto sopra Mauro Colombo dg di Confartigianato imprese Varese)
Di fronte a fatti reali ai quali la stessa Commissione Parlamentare ha dato valore, chiediamo che la vicenda Sistri sia chiarita una volta per tutte per trovare una soluzione entro il più breve tempo possibile. Se fino a poco tempo fa è mancata la chiarezza, ad oggi manca anche la serietà. Manca la conoscenza delle imprese da parte dei Ministeri e manca l’attenzione nei confronti di ciò che fa ogni giorno un’impresa: se il Sistri entrasse veramente in vigore dal 1° ottobre, gli imprenditori dovrebbero iniziare sin da ora a dare il via alla strumentazione e alla raccolta dati. Così non si può andare avanti: si tratta di decisioni, e scandali, alle spalle di quegli imprenditori che resistono e che cercano commesse tra norme confuse e burocrazia che rallentano e tolgono competitività. Legalità, trasparenza, responsabilità ed efficienza non sono principi che devono valere solo per il mondo dell’impresa.
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