Sparano sul muso di un capriolo: è caccia ai bracconieri

Un capriolo di due anni è stato ritrovato il 1 aprile agonizzante nel Parco del Ticino, colpito da un proiettile sul muso. La foto all’interno del pezzo è forte, ma serve per sensibilizzare e per combattere il fenomeno del bracconaggio

Colpito  da un colpo da arma da fuoco, quasi certamente una calibro 22. Un capriolo di due anni  è stato  ritrovato il 1 aprile scorso  agonizzante  dai Guardiaparco del Parco del Ticino, con il cranio devastato da un proiettile che gli  ha portato via gran parte dell’apparato temporo – mandbolare.
A  segnalare la presenza del giovane animale  è stato un ciclista, di passaggio sulla  strada dell’alzaia a Zerbolò, presso il ponte d Bereguardo.
I guardiaparco e le Gev (Guardie ecologiche volontarie) intervenuti sul posto per prestare i soccorsi all’animale ferito,  si sono trovati davanti ad una scena  agghiacciante. Le condizioni del capriolo erano disperate, giaceva immobile al lato della strada,  tanto che  per evitargli altra sofferenza è stato  soppresso.
In merito al grave episodio di violenza, il Settore Vigilanza Polizia Giudiziaria del Parco del Ticino  provvederà a presentare denuncia contro ignoti per “Caccia in zona di divieto e in periodo di divieto” e “ Maltrattamento di animale”. Il presidente del Parco del Ticino, Gian Pietro Beltrami, in considerazione della gravità dell’episodio, che non può e non deve passare sotto silenzio, ha dato indicazione al Settore legale dell’Ente di costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento penale che l’Autorità Giudiziaria valuterà di aprire a carco dei responsabili.

«Per un’area protetta come quella del Parco del Ticino, inserita dal 2002 nella rete mondiale della biosfera, la tutela della biodiversità è il primo e più importante obiettivo – si legge nella nota del Parco del Ticino -. Ma ancora più significativo è riuscire ad incrementare tale patrimonio attraverso la realizzazione di concrete azioni di recupero di specie animali e vegetali andate perse per cause antropiche nel corso degli anni. Come la reintroduzione del capriolo, che  ha rappresentato per il Parco del Ticino la possibilità di sperimentare la propria capacità di azione positiva nel riequilibrare una situazione faunistica depauperata dall’azione dell’uomo ed ha aperto la strada ad altri importanti progetti per la reintroduzione di specie animali e vegetali.
Gli effetti positivi auspicati nel 1991, quando il "Progetto Capriolo" ha avuto inizio, sono oggi apprezzabili al di là del valore tecnico e scientifico dell’azione intrapresa: dall’educazione ambientale all’ecoturismo, dall’azione culturale alla ricostruzione del paesaggio, reso più ‘’vivo’’dai caprioli che popolano i boschi e i prati della valle del Ticino. Azioni che rischiano di essere vanificate dalla stupidità dell’uomo».  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Aprile 2013
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