Tagli in Sea Handling? Sindacati sul piede di guerra

L'ipotesi apparsa su un quotidiano di ristrutturazione "pesante" ha messo in agitazione anche Cgil, Cisl e Uil. La Sea smentisce: "Garanzie occupazionali anche in caso di vendita"

Vendere Sea Handling a un operatore privato, con un piano che prevede tagli ai posti di lavoro e con un’operazione tenuta sotto stretto controllo da parte della Commissione Europea. L’ipotesi è apparsa a ridosso della Pasqua sul quotidiano romano Il Messaggero e – nonostante le smentite venute da Sea – ha messo in (ulteriore) agitazione i sindacati, dopo giorni di tensione sul fronte Sea Handling. «Chiediamo immediato chiarimento alla Proprietà e all’Azienda, oltre alla convocazione del tavolo permanente» dicono all’unisono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Trasporti. «Senza tempestive risposte, il Sindacato confederale metterà subito in atto tutte le iniziative per tutelare al meglio il patrimonio vero di Sea Handling che sono i lavoratori».

 Dopo le assemblee e i presìdi dei giorni scorso, la questione Sea Handling è tornata alla ribalta dopo che  il Messaggero ha pubblicato l’ipotesi di una "ristrutturazione pesante" di SeaH. Il piano – sempre stando alle fonti del Messaggero – prevederebbe una riduzione "di circa 739 unità rispetto al personale di SeaH" e "l’esodo agevolato di 200 unità a tempo pieno".
Il presidente di Sea Giuseppe Bonomi, sul Sole 24 Ore, ha smentito l’idea della ristrutturazione "pesante", confermando invece i contatti avuti con la multinazionale d’origine scozzese Menzies Aviation (di cui si parla da tempo). Di più, secondo Bonomi, qualunque operazione che tocchi la forza lavoro non è all’ordine del giorno: «È qualcosa a cui non abbiamo neppure lavorato», dice riferendosi al piano. «Ora ci occupiamo di sistemare la questione europea. Poi, certo, di fronte all’ipotesi di fallimento valuteremo, ma è un’opzione che per ora non consideriamo. Comunque chiederemo anche ad un acquirente garanzie occupazionali». Nella stessa intervista Bonomi esclude comunque categoricamente l’idea del "riassorbimento" di Sea Handling in Sea, chiesto da una parte di sindacato e lavoratori, che lascerebbe aperta la questione con l’Europa.

L’operazione ristrutturazione e vendita ha comunque messo in allarme il sindacato, con la triplice Cgil-Cisl-Uil che dice «no a trattative segrete» e minaccia appunto il ricorso anche allo sciopero, mentre anche i sindacati di base preparano il loro sciopero già fissato per i prossimi giorni. Ma l’incertezza è aumentata anche dallo spontaneismo con cui si muovono i lavoratori di Sea Handling, alle prese con troppi dubbi da troppo tempo: nelle assemblee dei giorni scorsi si è assistito alle contestazioni dei rappresentanti dei sindacati confederali, ma la protesta ha a volte "scavalcato" anche il sindacato di base.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Aprile 2013
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