Vitucci: “Io e i ragazzi, orgogliosi di quest’annata”

Il coach ammetta la serata meno brillante del solito ma si gode giustamente il primato della sua Cimberio. Ivanov: "Mi sono inserito subito, merito del grande aiuto che ho ricevuto dal primo giorno"

C’è una colonna sonora diversa dal solito durante la conferenza stampa di coach Frank Vitucci. La musica è in realtà formata da voci che cantano all’unisono e inneggiano allo stesso allenatore biancorosso e, a turno, ai suoi ragazzi capaci di vincere la stagione regolare della Serie A. Fuori dallo spogliatoio della Cimberio continua infatti la festa iniziata sugli spalti (i giocatori prima del consueto giro di campo in parterre sono saliti in curva per ricevere l’abbraccio degli ultras) e i cori si susseguono anche durante il momento delle interviste.

Proprio Vitucci parla mentre le pareti rimbombano del suo nome: «Vincere era importante – spiega il coach – per suggellare il primo posto in campionato, e ci siamo riusciti nonostante una prova non particolarmente brillante. Abbiamo dovuto un po’ rincorrere Pesaro all’inizio, abbiamo subito qualche penetrazione di troppo ma poi siamo riusciti a difendere meglio e ad attaccare con maggiore lucidità. Non è stata la miglior partita ma oggi era va benissimo così». Durante i 40′ di gioco Varese ha alternato i giocatori in campo, anche per provare nuove formule tattiche: «Ho variato un po’ gli assetti anche perché nei playoff avremo bisogno dell’apporto di tutti i giocatori. Anche del nuovo (Ivanov ndr) che forse ha giocato un po’ di più del previsto ma ha comunque disputato una gara molto attiva, rivelandosi utile soprattutto a rimbalzo».
L’attualità stretta lascia poi spazio allo sguardo d’insieme: «Abbiamo pareggiato un record (23 vinte in un campionato con 30 partite) della Pallacanestro Varese e di questo siamo tutti orgogliosi, sia io sia i giocatori. Un risultato che dà anche più valore a questa partita e che ci fa raggiungere una squadra che qui a Varese ha lasciato il segno anche per il modo che aveva di giocare. Quello era un team costruito nel tempo, allenato da un grande come Joe Isaac: noi da un certo punto in avanti tenevamo raggiungere questo risultato che penso faccia felici anche Cecco e Max (Vescovi e Ferraiuolo ndr), i reduci di allora».
E nel futuro c’è Venezia, con una partita – inutile – di campionato a precedere la serie playoff: «La Reyer questa sera ha vinto ad Avellino e ci ha tolto da una situazione delicata nei confronti delle altre. Si sono qualificati con le loro gambe, meglio così. Domenica prossima sarà una partita che conterà solo per la statistica, e poi via con quelle davvero importanti: il nostro prossimo obiettivo sarà quello di superare il primo turno».

Per spiegare l’andamento della gara, spazio invece a coach Zare Markovski: «Nell’arco dei 40′ Varese ha aggiunto intensità mentre noi siamo calati alla distanza sia in difesa sia nella lucidità in attacco. Abbiamo fatto quello che potevamo, tant’è vero che il primo vero vantaggio della Cimberio è arrivato a soli 5′ dal termine. In quel momento abbiamo subito i nostri avversari soprattutto a rimbalzo d’attacco e in quella intensità che ci ha fatto perdere otto palloni nel secondo tempo. Credo non sia stato giusto finire con questo divario conclusivo, perché la nostra partita è stata discreta. Siamo consapevoli di aver dato tutto contro la capolista che a questo punto non mi sorprenderà più di tanto se riuscirà ad andare fino in fondo».

Chiusura per il volto nuovo, quello di Dejan Ivanov: «Sono felice perché questa era una partita da vincere, sia perché era in casa sia perché ci poteva portare a un risultato storico. Io ho cercato subito di dare un aiuto, di portare intensità e sono contento che sia andata bene. Non mi aspettavo di cominciare così, già inserito sul telaio di squadra, ma devo dire che qui mi hanno davvero aiutato tutti fin dal primo giorno e non posso che ringraziare compagni e società per il supporto che mi hanno dato»

PAGELLIAMO – Sakota 8 (Non sbaglia mai, né da lontano né da vicino: classica partita dell’ex); Banks 6,5 (Tiro che va e viene, prova comunque dignitosa); Rush 6 (Troppi falli in poco tempo, un paio di canestri eleganti); De Nicolao 5,5 (Non convince, e quando fa una cosa buona ne sbaglia altre due); Green 6 (Numeri nettamente a suo favore, ma l’impressione generale è sotto la media); Cerella 6 (Incide poco, ma tiene il campo); Ere 5,5 (Serata veneziana, non nel senso della Reyer ma perché si incaponisce nel giocare da solo); Dunston 7 (Resta un grande punto di riferimento, anche se Crosariol gli dà parecchio fastidio); Ivanov 6,5 (Sette rimbalzi d’attacco? Niente male come esordio).

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Pubblicato il 28 Aprile 2013
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