Clark, il play-bomber mandato da Dunston
L'ex veneziano si presenta ai tifosi della Cimberio: "Bryant mi ha spinto qui insieme alla possibilità di giocare le Coppe. Io e Coleman, coppia frizzante"
Il suo arrivo ha messo sul “chi va là” i tifosi che amano per la propria squadra un playmaker ragionatore, o comunque un regista di stampo classico. Cosa che Keydren “KeeKee” Clark non è e non sarà mai, anche se questo non è necessariamente un limite. In un gioco in cui conta, prima di tutto, fare almeno un punto in più degli avversari, non è certo un danno avere tra le propria fila un giocatore capace di vincere il titolo marcatori in Ncaa e di finire la carriera universitaria con oltre 3.000 punti realizzati (un numero toccato da pochissimi uomini, a partire da Pete “Pistol” Maravich).
Tra l’altro è opinione di molti che le qualità di Clark (ottimo tiratore da tre punti e comunque regista che si muove velocemente sul parquet) possano sposarsi al meglio con quelle di Aubrey Coleman (meno preciso ma ancora più rapido, e grande penetratore), l’altro braccio armato a disposizione di Fabrizio Frates nella nuova Cimberio. A confermare la possibile affinità con Coleman è proprio KeeKee, 29 anni, nato in Alabama ma poi stabilitosi nei pressi di New York: «Ad Aubrey piace molto correre in contropiede e questo mi dà la possibilità, se l’azione rapida non va a buon fine, di avere più tempo per organizzare l’attacco. Poi la sua capacità di attaccare la difesa schierata permette di creare maggiori opportunità per tutti i compagni. Da parte mia poi, utilizzo la mia pericolosità nel tiro pesante per costringere gli avversari a non darmi spazio, in modo da poterli poi battere in velocità».
Reduce da due stagioni a Venezia, il play americano ha scelto Varese anche per l’attrattiva portata dalla partecipazione alle Coppe Europee, come spiega lui stessa. «Anche quest’anno ho fatto le Summer Leagues Nba, perché quel campionato rimane il mio sogno (non venne scelto al Draft 2006, quello capeggiato da Bargnani ndr). Le cose sono andate bene e ho cominciato a ricevere offerte; tra queste mi ha solleticato quella della Cimberio contro cui avevo appena perso la serie playoff. L’occasione di giocare in Europa è stata interessante, così come le ottime referenze che mi ha dato Bryant Dunston: abitiamo vicini, abbiamo avuto modo di parlare e mi ha detto solo cose positive sull’organizzazione, sui compagni che avrei trovato, sull’ambiente in generale».
Ambiente che Clark ha finora vissuto da tifoso, anche punzecchiato dopo alcuni screzi con Mike Green durante i playoff (foto): «Varese è uno di quei posti che, frequentandolo da avversario, ti fa pensare che sarebbe bello giocarci da protagonista. Le scintille con Green? Beh, siamo entrambe agonisti che vogliono vincere ogni partita, così capita che si vada in conflitto. Nulla di grave però, sono cose che finiscono alla sirena».
Tra i motivi che hanno spinto Clark sotto il Sacro Monte c’è anche una squadra intrigante dal punto di vista tecnico. «Mi sembra che la Cimberio sia ben costruita rispetto a ciò che oggi serve nel campionato italiano: una presenza interna importante, un’ala di valore e un asse di esterni assortito. A proposito del pivot non ho mai visto giocare di persona Hassell, ma se confermasse le cifre fatte segnare in Israele sarebbe fantastico. Da parte mia posso dire che ho voglia di aiutare la squadra a migliorare ancora un po’ il risultato dell’anno scorso e magari dare una mano per ben figurare in Coppa. Ho molti compagni in grado di fare canestro e per me sarà un piacere scegliere di volta in volta qualcuno da mandare a segno. Ormai sono un veterano della Serie A, so che con il passare del tempo le avversarie si adegueranno al nostro gioco, ma sono anche convinto che potrò e potremo trovare sempre le giuste contromisure».
E che questa sarà una stagione speciale lo si sa già: tra pochi mesi la moglie di KeeKee gli darà un erede, anche se non è ancora stato deciso se il parto avverrà a Varese o negli Usa. «Per ora mia moglie sta ancora lavorando e non ha potuto seguirmi in Italia: vedremo quando potrà arrivare, insieme ad altri miei parenti».
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