Vietato ammalarsi

Le ferie del personale ospedaliero, doverose, stanno mettendo in difficoltà il pronto soccorso. Con 50 letti chiusi, aumentano le barelle in ps mentre le liste d'attesa si allungano anche in chirurgia

Un’estate come tante, ma con qualche problemino in più. Commenti sfiduciati trapelano tra il personale del pronto soccorso, da giorni sotto grande pressione. Lunedì scorso è stata una giornata campale con 80 persone in attesa ancora nel tardo pomeriggio. Martedì e mercoledì non è andata meglio: le attese da parte dei pazienti, meno gravi, hanno raggiunto anche le 8 ore. Le barelle occupate sono quotidianamente 40 e oltre. E quando si arriva allo stremo, si finiscono anche le sedie, l’unica soluzione rimane quella di andare a recuperare altre barelle: i letti chiusi nei reparti non si possono aprire.

Il PS è una valvola di sfogo, sia per la città, perché spesso i pazienti preferiscono attendere ore piuttosto che affidarsi al sostituto del proprio medico curante, sia per l’ospedale perché i reparti a volte inviano in pronto soccorso propri ricoverati che presentano serie complicanze diverse dalla malattia legata al ricovero. Per non parlare dei casi gravissimi, che rimangono nella saletta di rianimazione perchè non c’è posto nel reparto dei rianimatori. L’ospedale di Varese ha da sei anni ( giorno della sua inaugurazione) un reparto pronto, con letti e tecnologia che potrebbe risolvere parzialmente il problema: è la subintensiva, a metà strada tra i ricoverati gravissimi e quelli un po’ meno gravi, sulla via della ripresa ma non ancora in grado di essere accolti in reparto. Anche per la subintensiva manca il personale e rimane vuoto. 

I letti e le sale chirurgiche chiusi hanno portato anche a una riduzione dell’attività chirurgica scesa del 30% in questi mesi estivi. Le operazioni programmate a volte saltano per lasciare spazio a casi urgenti, indubbiamente più delicati. Emblematica è la riduzione dell’ortopedia traumatologia, un reparto di solito molto attivo nei mesi estivi: si lavora con 11 posti letto. Liste d’attesa ( alcune si protraggono da mesi e anni) sono elevate in tutte le unità chirurgiche, compresa la day surgery. 

Nessuno mette in dubbio il dovere sacro santo del personale di andare in ferie. Forse, però, l’ospedale di Varese avrebbe bisogno di più letti, di più personale: la spiegazione che si fornisce in questi casi " la medicina sta cambiando, l’ospedale ha una vocazione diversa dal passato, i tempi di ricovero si riducono" lascia perplessi quando si deve fare i conti con un monte ferie arretrate da parte dei dipendenti del comparto sanitario di 105.000 giorni ( di cui 85.000 del 2012)  e 70.000 ore di straordinario da recuperare ( fonti sindacali). 

Nei mesi scorsi, l’azienda ospedaliera ha ottenuto la luce verde da Milano per assumere 47 nuovi infermieri. La maggior parte, però, era già impiegato in reparto, con contratto a tempo determinato. I sindacati sono pessimisti: la situazione non potrà migliorare e in ogni periodo festivo si dovrà fermare l’attività.
I varesini, dunque, non hanno il diritto di ammalarsi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Agosto 2013
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