Meno ospedali e più ambulatori: cambia la sanità lombarda
Presentate le linee guida delineate dall'assessore regionale Mantovani. L'attuale sistema sarà innovato con una maggiore attenzione alla cronicità e a percorsi di presa in carico
Dopo 15 anni di “legge 31”, la Regione Lombardia ha deciso di cambiare passo per la sanità. Dopo le anticipazioni e le posizioni anticipate da singoli consiglieri nei giorni scorsi ( Presidente di Commissione Rizzi e il capogruppo del PD Alfieri) , oggi è stata presentata alla Consulta della Sanità la relazione che porta la firma dell’assessore Mantovani e del governatore Maroni, scritta dai due dirigenti Bergamaschi e Daverio della Sanità e della Famiglia e Solidarietà sociale.
Una risposta potrà venire dai CREG che sono forme consortili di assistenza del paziente cronico da parte di medici del territorio che si prendono in carico il percorso di cura. Attualmente la sperimentazione sul territorio non sta dando i risultati sperati ma, la spiegazione che viene data, è che il modello è ancora poco conosciuto: lo spazio dove vengono erogate queste cure non esiste per cui è difficile capirne il meccanismo. Il grande dibattito, dunque, si concentrerà sulla trasformazione degli attuali piccoli ospedali in nuovi modelli di assistenza cronica di tipo ambulatoriale.
Attualmente, il modello lombardo è molto frammentato e tale ridondanza di offerta porta inevitabilmente a una dispersione in campo specialistico e diagnostico con un esborso di denaro non più giustificabile. La richiesta elevata di assistenza legata alla cronicità, inoltre, provoca un livello di saturazione troppo basso nelle funzioni specialistiche.
In questo nuovo modello, le Asl vedranno ridursi le proprie competenze: manterranno le funzioni di amministrazione e controllo ma perderanno il compito di erogare e contrattare le prestazioni. Così facendo, sarà possibile accorpare le aziende in macro aree.
Un modello nuovo, che sulla carta appare vincente e condivisibile. Fintanto che non verrà declinato a livello locale con le delicate scelte che ne conseguiranno sulla trasformazione dell’odierna architettura sanitaria.
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