Truffa a Inps e Inail, condannato l’ex-presidente di Confcooperative

Claudio Marelli è stato ritenuto colpevole per la vicenda della cooperativa Primavera. Secondo i giudici era al corrente del sistema messo a punto dal direttore Magarò (già condannato) per sottrarre soldi dalle buste paga dei dipendenti

L’ex-presidente di Confocooperative della provincia di Varese, Claudio Marelli è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione nel processo di primo grado per associazione a delinquere e per la truffa all’Inps e all’Inail. Il collegio giudicante presieduto dal giudice Adet Toni Novik lo ha ritenuto colpevole della truffa sulle buste paga dei lavoratori della cooperativa Primavera per la quale era già stato condannato a tre anni di reclusione con rito abbreviato Quintino Magarò, considerato il dominus che ha congegnato il sistema, mentre le quattro impiegate hanno patteggiato pene da 8 mesi a 1 anno e 4 mesi.
 
Secondo i giudici bustocchi Claudio Marelli, in quanto avvocato della cooperativa, era al corrente di ciò che avveniva nell’ufficio paghe della Primavera dove ogni mese venivano modificate le voci sui cedolini diminuendo sia la voce dell’importo netto che quelle relative ai contributi. L’ispettorato del lavoro aveva accertato il mancato versamento di circa 500 mila euro nelle casse degli enti previdenziali. La sottrazione sistematica di soldi spettanti ai lavoratori avveniva per piccole cifre, ammanchi che i lavoratori non avvertivano se non nel lungo periodo oppure in seguito ad un controllo della propria posizione all’Inps.

Il pubblico ministero Cristina Ria aveva chiesto 4 anni e 8 mesi per lui mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Francesca Cramis, ne aveva chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto. «Sono indignata per questa decisione – ha detto il legale una volta appresa la sentenza – ho spiegato la differenza tra l’obbligo di vigilanza che non c’è più, e l’agire in maniera informata. Se Marelli non era informato, e lo dicono anche le dipendenti dell’ufficio paghe, come poteva intervenire?». Al contrario il pubblico ministero ha sostenuto che nell’ufficio di Marelli, la sera della perquisizione effettuata dall’ispettorato del lavoro, è stato trovato l’accordo tra tutte le persone coinvolte per addossare tutte le responsabilità su Magarò. La difesa ha già annunciato che presenterà appello contro questa sentenza ma non prima di aver letto le motivazioni della sentenza che verranno depositate entro 45 giorni. 

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Pubblicato il 17 Ottobre 2013
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