Si parla di disabilità alla Casa Militare
Si è concluso ieri sera, 28 Novembre 2013, ore 21, il ciclo di incontri “Riflessi nello specchio” organizzato dall’Associazione “Progettiamo Turate”
Si è concluso ieri sera, 28 Novembre 2013, ore 21, il ciclo di incontri “Riflessi nello specchio” organizzato dall’Associazione “Progettiamo Turate” in collaborazione con la Casa Militare Umberto I di Turate.
Ieri il tema era la “disabilità”. A parlarne era presente Massimiliano Verga, professore di Sociologia del diritto all’Università degli Studi Bicocca di Milano e autore di “Zigulì. La mia vita dolceamara con un figlio disabile”, edito da Mondadori, testimonianza dell’esperienza di padre di Moreno, bambino gravemente disabile.
“La disabilità mette a nudo un genitore. Ti rivela davvero chi sei. E’ difficile rispondere alle esigenze di un figlio che non parla”, ha esordito così Verga.
E Moreno, oltre a non parlare, non vede, non cammina. La sua capacità cognitiva è fortemente limitata. Si esprime solo attraverso pianti, lamenti, grida violente non facilmente decifrabili. Oggi Moreno è un bambino di dieci anni.
“Prendete la vostra fotografia preferita, la più bella, quella che più vi emoziona. Poi impugnate un pennarello indelebile. Uno di quelli con la punta grossa, che si usano per scrivere sugli scatoloni quando si trasloca. Adesso tirate una bella riga sulla fotografia che avete scelto…”
Con queste parole Verga ha descritto la disabilità nel suo libro. Con frasi criticabili, dure “Mio figlio è un rubinetto che perde”.
Due ore di stretto contatto con il pubblico. A rispondere a mille interrogativi cui non sempre si è in grado di trovare risposte esaustive.
Il senso di colpa dei genitori. L’importanza di una diagnosi. Gli sguardi morbosi della gente. Le frasi inopportune. Ma anche gli sguardi assenti della società. Il disinteresse dello sguardo collettivo. L’ipocrisia. Il presunto rispetto. La scuola. Disabili e diritti. Il riconoscimento della dignità individuale. La burocrazia. Questi e altri ancora i temi affrontati nel corso dell’intervista e poi nel dibattito conclusivo.
“Il disinteresse è imperdonabile, criminale” , afferma fortemente Verga che è stato criticato per avere descritto la sua vita con Moreno con toni troppo forti, parolacce, addirittura.
Ma Verga considera la rabbia un valore, quando diviene motore all’azione.
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