Bisturi e querele, 3 processi per la faida in cardiochirurgia
E' stata fissata al 21 marzo l'udienza preliminare dell'indagine sulla lettera anonima che accusava un medico di aver sbagliato un intervento. Due dottori indagati hanno a loro volta denunciato il collega
E’ stata fissata al 21 marzo l’udienza preliminare sulla faida nel reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Varese. I due imputati, i chirurghi Andrea Sala (ex primario) e Giovanni Mariscalco, sono stati indagati, dal pm Massimo Baraldo, per abuso d’ufficio il primo, e per diffamazione aggravata, sottrazione di atti d’ufficio e violazione della privacy, il secondo. Per altri due medici, invece, il pm Massimo Baraldo ha chiesto l’archiviazione al termine della fase di indagine.
Dietro al passaggio giuridico si nasconde una delle vicende più crude mai presentatesi all’ospedale di Varese. I due cardiochirurghi sono accusati, in buona sostanza, per un eccesso di rivalità, di aver ostacolato l’attività medica del collega: Mariscalco è accusato, in particolare, di essere “il corvo”, e cioè di avere scritto una lettera anonima, con cartella clinica, giunta ai familiari di una donna deceduta dopo un intervento, che imputava al collega errori in sala operatoria. All’ex primario era invece stata contestata dalla parte lesa una attività di mobbing, originariamente classificata come maltrattamenti e che in sede di avviso conclusione indagini è divenuta abuso d’ufficio.
C’è una piccola postilla ancora da risolvere: il dottor Mantovani ha fatto opposizione, tramite il suo avvocato, Marco Lacchin, alla richiesta di archiviazione per un medico del reparto a cui era stata trovata, in un armadietto, la cartella clinica di un paziente che non era strettamente in cura da lui (violazione della privacy).
(nella foto, l’aula dell’udienza preliminare del tribunale di Varese)
Fin qui le notizie di questo procedimento, ma gli altri medici contestano con forza che la vittima sia il dottore che ha sollevato il caso, e lo hanno querelato. La guerra tra camici è arrivata a un livello di conflittualità senza pari. Il dottor Mariscalco, che il 21 marzo sarà imputato davanti al gup, è invece parte lesa in un secondo processo: ha denunciato per diffamazione Mantovani, e il procedimento è stato spostato per competenza a Busto Arsizio. In questo duello giudiziario parallelo si discute se rappresenti diffamazione il fatto che Mantovani abbia accusato Mariscalco di aver redatto uno studio scientifico coi dati gonfiati. Le modalità di redazione di quello studio, in effetti, erano emerse anche durante l’indagine del pm Baraldo, ma non sono state giudicate penalmente rilevanti.
Il giudice di Busto Arsizio ha tuttavia già chiesto l’archiviazione per la presunta diffamazione, ma il medico Mariscalco ha fatto opposizione e dunque la vicenda non si è ancora conclusa. A sua volta anche il dottor Sala, ex primario, ha querelato Mantovani imputandogli la diffamazione per averlo accusato di mobbing, processo finito davanti al giudice di pace di Varese e tuttora pendente.
L’aspetto più strano di tutta la vicenda è che buona parte dei medici coinvolti lavora ancora insieme.
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