Fusioni, dalla commissione via libera per 9 supercomuni
In una simulazione offerta dal gruppo regionale del Pd si ipotizzano le decisioni a seconda delle posizioni dei gruppi consiliari, anche se l’ultima parola spetta sempre al Consiglio
Su 19 proposte di fusioni di comuni andate a referendum lo scorso 1 dicembre, 9 sono quelle sue cui oramai non vi sono dubbi (rientra in questa anche la fusione dell’Alto lago, quella di Maccagno, Pino e Veddasca), una certamente non si farà (PDL n. 69 “Fusione dei comuni di Claino con Osteno, Corrido, Porlezza, Valsolda e Val Rezzo, in provincia di Como”) e altre 9 quelle in cui il voto referendario verrà sottoposto ad una successiva valutazione: tra questa il progetto di fusione della Valcuvia coi cinque comuni (Ferrera, Masciago, Grantola, Mesenzana, Cassano).
Queste sono le tendenze fuoriuscite dalla II commissione Affari Istituzionali riunitasi lo scorso mercoledì, 11 dicembre, in parte sintetizzate dal consigliere regionale del Pd Fabio Pizzul che ha proposto in un suo intervento su Blogdem una “semplificazione” politica delle diverse posizioni dei gruppi consiliari.
In pratica, nel corso della riunione di commissione si è accennato da più parti di “criteri” coi quali decidere se la tendenza per una fusione è quella di dare il via libera, o di stopparla, a seconda che il voto dei cittadini – sebbene in un contesto consultivo – abbia dato o meno parere positivo al progetto di fusione.
Ecco quindi le diverse posizioni dei singoli gruppi politici:
Fratelli d’Italia: “Per procedere alla fusione il referendum deve essere favorevole alla fusione in tutti i comuni interessati”;
5Stelle: “Per procedere alla fusione il referendum deve essere favorevole alla fusione in tutti i comuni interessati”;
Partito democratico: “Favorevoli alla fusione nel caso in cui in tutti i comuni prevalga il SI’; contrari alla fusione nel caso in cui il numero totale dei voti contrari alla fusione sia superiore al numero dei voti favorevoli; nel caso in cui il numero totale dei voti favorevoli alla fusione sia superiore al numero dei voti contrari, ma in uno o più comuni prevalga il voto contrario, siamo contrari alla fusione solo nel caso in cui in almeno un comune la percentuale dei NO sia superiore al 60% dei votanti”.
Lega Nord: “Gli esiti del referendum sono vincolanti se in ogni comune ha votato più del 51% degli aventi diritto e se il 55% di questi ultimi ha votato a favore (o contro) la fusione; nel caso queste condizioni non siano presenti la decisione è rimessa al vaglio delle Commissioni, adottando i criteri più opportuni, ovvero più vicini alla volontà popolare e più corretti dal punto di vista istituzionale, economico ed identitario”.
E l’ex Pdl, oggi diviso fra Forza Italia e Nuovo Centro destra (NCD)?
Il consigliere Alessandro Fermi, di Forza Italia componente della Commissione Affari istituzionali si è detto al termine dei lavori di Commissione di mercoledì scorso: «Favorevole alla fusione dei comuni, declinata in un’ottica di risparmio e semplificazione. Il risultato referendario deve essere valutato nel rispetto della volontà popolare, e quindi seguendo chiaramente le indicazioni date dall’elettore nell’urna. Un fondamentale passo per sensibilizzare i comuni lombardi sulla necessità di razionalizzare i costi e al contempo migliorare i servizi erogati ai cittadini lombardi».
Per Angelo Capelli (NCD) componente della commissione Riordino per le Autonomie locali: «L’obbiettivo principe rimane sempre la semplificazione della macchina amministrativa nell’ottica della riduzione dei costi, ma non a discapito dei servizi. E’ ragionevole, pertanto, rispettare la volontà popolare senza però far diventare il risultato referendario un totem a cui sacrificare tutto».
Queste, in sintesi, le posizioni. Che succederà ora? La politica deve fare il suo corso, vi sarà dibattito ma spetterà al “parlamento” locale, al Consiglio Regionale, la decisione forse seguendo i criteri finora emersi in commissione. La legge sulle fusione secondo l’iter previsto, dovrebbe essere in vigore per la metà di febbraio, alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della regione Lombardia.
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