Incendio in un capannone dormitorio: perdono la vita sette persone.
Ancora incerte le cause dell’incendio. I corpi rinvenuti tra le macerie dello stabile.
La chiamata ai vigili del fuoco è arrivata verso le sette del mattino. Una densa nuvola di fumo nero si leva, funerea, da un capannone nella zona Macrolotto di Prato. La “Teresa Moda” sta andando a fuoco. Lo stabile, come tanti in questa parte della città, è affittato a lavoratori cinesi. È un luogo di lavoro, si confezionano abiti e la domenica lo stabile dovrebbe essere vuoto. Non dovrebbero esserci vittime. Invece no. Verso le nove del mattino, i pompieri, trovano il primo corpo. Un uomo di nazionalità cinese, morto intossicato dal fumo mentre tentava di mettersi in salvo.
I vigili avanzano tra le macerie. Le fiamme hanno fatto crollare una parte del capannone. Pareti di cartongesso carbonizzate, fumo e morte. I pompieri estraggono un altro corpo, poi un altro e un altro ancora. Alla fine la macabra conta arriva a sette. Altri due sono rimasti gravemente intossicati e sono ora ricoverati in ospedale.
La causa dell’incendio non è chiara, a quanto emerge dalle prime ricostruzioni potrebbe essere stato innescato da una fuga di gas. In quella fabbrica dormitorio vivevano, secondo le testimonianze raccolte dalla polizia, dieci persone. “Evidentemente i controlli fatti negli ultimi quattro anni – ha detto al Tirreno l’assessore alla sicurezza Aldo Milone – non bastano. Il governo deve capire che Prato vive una situazione completamente diversa dalle altre città italiane e per questo qui è necessario rafforzare gli organici di polizia”.
Negli ultimi mesi, sempre in questa zona, altre tre aziende gestite da cinesi sono andate a fuoco, fortunatamente senza causare vittime. In serata sul luogo della sciagura, sono arrivati anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e il sindaco Roberto Cenni.
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