Palloni persi e allenatori “al minuto”: la curiosa storia del Mascia United
Mauro Silipo racconta come è nato il club che perde spesso che ma che gronda di passione: «Un anno ci siamo ritrovati primi, ma poi siamo riusciti a crollare in classifica»
Chi segue i campionati dilettanti della provincia di Varese non può non conoscere il Mascia United. Una realtà particolare nel mondo del pallone, che non ha come primo obiettivo il risultato, ma il divertimento, come in realtà dovrebbe essere il gioco del calcio, senza limiti di età. Il presidente e fondatore di questo club, Mauro Silipo, ci svela il segreto della società, e alcuni aneddoti divertenti di questa realtà fuori dal comune in cui ancora milita come calciatore.
Signor Silipo, ci spieghi come è nato il Mascia United.
«Io ho sempre giocato a calcio e nutro per questo sport una passione pura a cui non riesco a fare a meno. Nel 1996 dopo tanti anni di militanza nelle serie minori, per la prima volta mi sono trovato senza squadra. Pur di non smettere ho deciso di fondare una società e dopo aver preso in considerazione i campionati Csi o Uisp, abbiamo deciso con il mio socio, Antonio Scianna, purtroppo morto quattro anni fa, di lanciarci comunque nel mondo federale partendo dalla terza categoria».
Qual è il significato del nome Mascia United?
«Facile, “Ma” deriva da Mauro, il mio nome, “Scia”, dal cognome di Scianna, mentre United serve a dare un tocco di esterofilia al club. All’inizio avevamo pensato anche di chiamarci “Borgorosso football club”, come la famosa squadra del film di Alberto Sordi, ma poi abbiamo optato per Mascia United».
Qual è lo spirito della vostra società?
«L’intento è sempre stato quello di divertirci, stare in compagnia e praticare lo sport più bello al mondo. Vivere il calcio a livello amichevole, trovandosi anche dopo gli allenamenti per mangiare una pizza e fare due risate. La stessa passione che ancora adesso mi spinge, a 55 anni, a scendere in campo ogni domenica».
I risultati sappiamo non sono il primo obiettivo per voi, ma qual è stato il miglior piazzamento ottenuto da quando è stato fondato il Mascia?
«Mi pare fosse il 2000: abbiamo chiuso il girone di andata in prima posizione, poi una partita è andata storta, abbiamo subito qualche pesante squalifica e da lì siamo crollati, concludendo comunque il campionato a metà classifica».
Ci racconti qualche aneddoto divertente.
«Ce ne sono tanti. Qualche anno fa giocavamo a San Fermo, sul vecchio campo in terra. Ci venivano a vedere tanti ragazzi, ma lo facevano per prenderci i palloni che uscivano dal campo. In un anno ne avremo persi un centinaio. Oppure posso ricordare allenatori durati poco più di mezzora, con i quali ci accordavamo prima dell’allenamento e li allontanavamo dopo pochi minuti, peggio del miglior Zamparini».
E i ricordi migliori?
«Ne abbiamo passate tante e ci siamo divertiti molto, soprattutto nei primi anni di attività. Molte volte abbiamo partecipato a tornei internazionali, in Francia o a Lloret de Mar, in Spagna. Una volta proprio nel torneo alle porte di Barcellona siamo arrivati in semifinale, perdendo poi ai rigori e venendo eliminati. Era bello fare il viaggio in pullman tutti assieme e vivere un’esperienza indimenticabile con un bel gruppo di amici».
Il futuro cosa riserva al Mascia United?
«Ogni anni dico che smetto, ma alla fine il campo ha sempre la meglio. Con gli anni alcuni sponsor se ne sono andati, così le nostre risorse sono sempre meno e l’impegno sempre maggiore. Per ora continuiamo a giocare e divertirci, poi si vedrà».
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