Adozioni bloccate in Congo, interrogazione di Comi in Europa
L'eurodeputato varesina ha scritto all’Alto Rappresentante Ue, Catherine Ashton: "L'Ue deve farsi carico di questa situazione assurda e drammatica che coinvolge molte famiglie europee"
Sul caso delle decine di famiglie europee (italiane, belghe, francesi) bloccate nella Repubblica democratica del Congo dove si erano recate per adozioni internazionali, Lara Comi, eurodeputato di Forza Italia, ha scritto un’interrogazione all’Alto Rappresentante Ue, Catherine Ashton.
In merito alla vicenda ‒ si legge nell’interrogazione scritta ‒ si chiede all’Alto Rappresentante “se era a conoscenza di questa situazione; se non ritenga che, essendo coinvolte famiglie di diversi Stati Membri, il Servizio Europeo di Azione Esterna debba essere parte attiva dei negoziati per sbloccare la situazione”. E, infine, “quali aiuti in termini di garanzie o in termini economici o di supporto diretto può fornire l’Ue alle famiglie che stanno vivendo questa drammatica situazione”.
“Tra le coppie che si trovano da mesi in Africa per un’adozione internazionale – spiega Comi – molte sono italiane, anche lombarde, e sono bloccate dopo che il Congo ha sospeso i visti di uscita. Una decisione che comporta ogni giorno enormi costi per le famiglie presenti, per posticipare i voli di ritorno, per finanziare la propria permanenza, per ritardare il ritorno al lavoro e per le questioni sanitarie legate alle varie profilassi obbligatorie per i cittadini europei in Africa. Alcune di loro sono rientrate a casa, in quanto non avevano più soldi, senza i bambini cui avevano diritto e con cui avevano già legato affettivamente. Altre che resistono devono separarsi dai figli che saranno destinati temporaneamente in una struttura comunitaria. L’Europa –sottolinea Comi – non può far finta di nulla ma deve al contrario farsi carico di questa situazione assurda e drammatica che coinvolge molte famiglie europee. L’Ue non può fare sentire la propria voce solo per i vincoli e i parametri di bilancio da rispettare, ma deve essere vicina e cercare di risolvere anche i problemi reali dei suoi cittadini e intervenire con autorevolezza, attraverso la diplomazia e il dialogo con gli altri Paesi, ogniqualvolta rientrino in gioco i legittimi interessi dei suo Stati Membri. E gli interessi affettivi non valgono certamente meno di quelli, pur importanti, di natura economica”.
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